Il ceo del social network fa mea culpa nel corso dell'attesa audizione davanti al Senato Usa

Come previsto, Mark Zuckerberg torna a fare mea culpa nel corso dell'attesissima audizione al Senato Usa sullo scandalo Cambridge Analytica. Il ceo di Facebook ha presentato scuse personali e ufficiali per gli errori commessi in materia di protezione dei dati e manipolazione politica. Leggendo la sua testimonianza scritta, Zuckerberg ha ripetuto una dichiarazione che aveva già fatto, dicendo che l'uso improprio dei dati è stato un suo errore. "Oggi è ovvio che non abbiamo fatto abbastanza per impedire l'uso improprio di questi strumenti", ha ammesso, "è stato un grosso errore. È stato un mio errore e mi dispiace".

"Ci vorrà del tempo per elaborare tutti i cambiamenti che dobbiamo apportare, ma mi impegno a farlo nel modo giusto", ha aggiunto.

"Ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook, la nostra missione è connettere le persone ovunque nel mondo, riunirle, e per farlo crediamo che dobbiamo fornire un servizio che tutti possono permettersi", ha detto ancora Zuckerberg. 

Facebook – ha spiegato il ceo – è stata contattata dal procuratore speciale che indaga sul Russiagate, Robert Mueller, e sta collaborando con lui. "Il nostro lavoro con il procuratore speciale è confidenziale, voglio assicurarmi di non rivelare qualcosa di riservato in una sessione pubblica", ha affermato, spiegando di non essere stato contattato personalmente.

Mentre prosegue l'audizione, il titolo ha segnato un +4,50% a Wall Street a 165,04 dollari. E' la migliore sessione per il social network da aprile 2016.

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