Francesco continua il suo viaggio in Sudamerica e incontra i nativi
Dall'alto decine di corsi d'acqua color terra si contorcono su un mare verde che senza ragione si interrompe in porzioni squadrate di prato bruciato. Sono gli effetti della deforestazione selvaggia applicata senza vergogna in Amazzonia. Il polmone della Terra è saccheggiato dagli interessi degli estrattori d'oro, di gas e di petrolio, dal business delle monocolture agro-industriali, ma anche dalla "perversione di certe politiche che promuovono la 'conservazione' della natura senza tenere conto dell'essere umano".
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Un "canto di lode spezzato" da "ferite profonde" lo definisce papa Francesco, tornato alla "fine del mondo" per unirsi alla lotta per la "difesa della vita, per la difesa della terra e per la difesa delle culture". Il Coliseo Regional Madre de Dios di Puerto Maldonado, alle porte dell'Amazzonia peruviana, è una esplosione di colori, tessuti, piume, tamburi, corni: in 4mila si sono riuniti per ascoltare le parole del Papa, rappresentanti di 22 popoli indigeni della foresta e di 171 comunità native. Danze, canti, cori. Poi un silenzio concentrato interrotto dagli applausi.
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