Gli ultimi attacchi incendiari qualche ora dopo l'arrivo di Papa Francesco.

Il primo giorno di incontri in Cile per Papa Francesco è stato segnato da tensioni su diversi fronti. In mattinata all'alba altre tre chiese cattoliche sono state bersaglio di attacchi incendiari del tutto simili a quelli della scorsa settimana. Con queste, sono nove in tutto le chiese colpite.

Secondo padre Felìpe Herrera, capo della comunicazione dell'organizzazione della visita di Bergoglio in Cile, "sono più simili ad atti vandalici". Gli attacchi, ha fatto notare padre Herrera parlando con LaPresse, avvengono di notte, quando nessuno può essere ferito. La sicurezza, ha assicurato "va bene: i carabinieri cileni lavorano a stretto contatto con gendarmeria e guardie svizzere vaticane". A essere maggiormente indiziate sono le frange estremiste dei mapuche, popoli autoctoni cileni in rotta con il governo per l'esproprio delle terre sulle quali vivono da sempre.

"Si tratta di piccole frange violente – ha riferito padre Herrera – Lo Stato ha un debito enorme con loro. Il popolo Mapuche però è meraviglioso, pacifico e in gran parte è cattolico". Due delle chiese colpite si trovano nella località di Cunco, a circa 700 chilometri da Santiago, nella regione dell'Araucanìa. Proprio a Temuco, capoluogo dell'Araucanìa, mercoledì il Pontefice celebrerà una messa. Il terzo attacco incendiario è avvenuto in un comune vicino a Santiago, nella parrocchia Madre della Divina Provvidenza.

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