La Corea del Nord conferma: manderà una delegazione alle Olimpiadi invernali 2018
La Corea del Nord manderà i suoi atleti alle Olimpiadi invernali di febbraio in Corea del Sud, sarà riaperta la linea rossa militare fra Seul e Pyongyang e le due parti avvieranno anche colloqui a livello militare. È questo l'esito dei colloqui bilaterali di alto livello che si sono tenuti oggi, i primi dal 2015, giunti dopo le tensioni scatenate dalle ambizioni nucleari della Corea del Nord.
Pyongyang invierà alle Olimpiadi invernali in Corea del Sud "una delegazione del Comitato olimpico nazionale, atleti, cheerleader, artisti, una squadra dimostrativa di taekwondo e rappresentanti della stampa, mentre la Sud Corea provvederà alle strutture", hanno spiegato le parti in una dichiarazione congiunta. Una scelta che, secondo il presidente del Cio (Comitato Olimpico Internazionale) Thomas Bach, costituisce "un grande passo avanti nell'ambito dello spirito olimpico". Seul si sforza da tempo di presentare come "Olimpiadi della pace" i Giochi invernali che si terranno dal 9 al 25 febbraio a Pyeongchang, cioè a soli 80 chilometri dalla zona demilitarizzata. Ma affinché la definizione che la Corea del Sud avesse senso, era essenziale la partecipazione della Corea del Nord, che nel 1988 boicottò le Olimpiadi estive di Seul. Pyongyang non aveva dato alcun segnale di volere partecipare fino all'apertura fatta dal leader Kim Jong-Un in persona, nel discorso di Capodanno.
Seul e Pyongyang, inoltre, hanno concordato "di abbassare la tensione militare attuale e di avere discussioni militari sulla questione", oltre che di ristabilire la linea telefonica militare diretta che era stata tagliata a febbraio del 2016, la cosiddetta 'linea rossa', sempre al fine di migliorare la comunicazione fra gli eserciti dei due Paesi, che tecnicamente sono ancora in guerra dal momento che dopo il conflitto non hanno mai firmato un trattato di pace bensì solo un armistizio. Quello che resta da capire è quando dovrebbero svolgersi i colloqui a livello militare, che saranno i primi di questo tipo dal 2014. Nord e Sud Corea, nella dichiarazione congiunta conclusiva, hanno espresso il desiderio di affrontare questioni più ampie che vadano al di là dei Giochi. Ma Pyongyang in passato ha ignorato i tentativi di Seul di organizzare riunioni delle famiglie separate dalla guerra del 1950-1953, sostenendo che non lo farà a meno che il Sud non restituirà al Nord diversi dei suoi cittadini.
E, nonostante la questione degli incontri per le famiglie separate sia stata sollevata da Seul nel corso dei colloqui di oggi, il tema non viene citato nel comunicato finale. "Il Sud e il Nord si sono accordati per attivare contatti transfrontalieri, passaggi, scambi e cooperazione e per cercare una riconciliazione nazionale e unità in diversi settori", si legge nella dichiarazione, che non fornisce però dettagli. La riunione si è tenuta nella 'Casa della pace' di Panmunjom, villaggio al confine dove fu firmato il cessate il fuoco della guerra di Corea del 1950-1953, un edificio sud-coreano dell'area di sicurezza congiunta (Jsa), situata poco a sud della demarcazione in cemento in cui sono dispiegati soldati di entrambi i Paesi. Per recarsi alla Casa della pace la delegazione nordcoreana ha attraversato a piedi la linea di confine militare, a qualche metro dal luogo dove un disertore nordcoreano è stato raggiunto dai proiettili esplosi dai suoi ex colleghi circa due mesi fa.
Prima di entrare nell'edificio c'è stata una stretta di mano fra il ministro sudcoreano dell'Unificazione, Cho Myoung-Gyon, capo della delegazione della Corea del Sud, e il responsabile della delegazione della Corea del Nord, Ri Son-Gwon, capo del dipartimento nordcoreano incaricato degli affari intercoreani. "Le persone hanno un forte desiderio di vedere Nord e Sud avanzare verso pace e riconciliazione", ha detto il responsabile sudcoreano al capo della delegazione del Nord.
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