"No a dichiarazione unilaterale indipendenza, sì a mozione di sfiducia a Rajoy"

"Stiamo vivendo la crisi politica più grave degli ultimi quarant'anni della storia recente della democrazia spagnola. La costituzione territoriale è stata distrutta dopo una sentenza del tribunale costituzionale spagnolo anni fa che ci ha portato all'attuale situazione. Bisogna sicuramente rifondare lo stato spagnolo e per noi dovrebbe essere rifondato in maniera democratica. Sicuramente si sta aprendo uno scenario costituente nel nostro Paese". Lo ha detto il leader di Podemos, Pablo Iglesias Turrion, intervistato in esclusiva ai microfoni di '6 su Radio 1'. 

ERRORE STORICO DEL RE. Commentando il discorso alla nazione di re Felipe VI, Iglesias ha sottolineato che "ha fatto un errore.  E' una figura che ha l'obbligo di avere neutralità politica. Purtroppo il Capo dello Stato, il Re, ha fatto esattamente il discorso del Partito Popolare quindi ha lasciato fuori tanti milioni di Spagnoli che non condividono una strategia repressiva, una strategia non dialogante. Non è più il re di tutti gli spagnoli ma solo del governo". "Il nostro paese non è stato mai negli ultimi quarant'anni un paese monarchico – ha aggiunto il fondatore di Podemos -. E' stato un paese che ha avuto un consenso importante per quanto riguardava la figura del re, perché aveva un ruolo di garanzia della democrazia. Il padre di questo re, che non è stato di certo una figura simpatica per noi, è stato comunque per un periodo storico una garanzia per evitare un colpo di stato dell'esercito dell'armata, quindi aveva un ruolo democratico e aveva anche il consenso di una parte grandissima della popolazione". "Invece adesso questo Re secondo me ha una capacità molto più importante rispetto Juan Carlos, ma politicamente sta sbagliando. Il Re ha senso in Spagna se è una figura di consenso, di mediazione e di garanzia democratica. Nel discorso ha commesso un grave errore storico", ha ribadito Iglesias.

PROPOSTA DI MEDIAZIONE."Quando un governo ha bisogno di usare la violenza, dimostra che non ha l'egemonia. Quando hai il dominio politico, il dominio del consenso, non hai bisogno di usare la violenza. Quindi un governo che usa la violenza è un governo debole. Se a questo aggiungiamo la debolezza parlamentare del governo, che non ha la maggioranza assoluta e che sta perdendo tanti voti alla Camera dei deputati, possiamo parlare tranquillamente di un governo debole che usa la violenza per risolvere problemi politici che secondo noi non devono mai avere una risposta violenta", ha sottolineato Iglesias. "Abbiamo fatto una proposta, io ho potuto parlare col presidente del governo Mariano Rajoy, ho parlato anche col presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont, e abbiamo proposto un tavolo per negoziare una mediazione, per negoziare almeno un nome o un team di nomi della 'confianzia' del governo spagnolo e del governo catalano per iniziare un dialogo politico che è interrotto". Iglesias ha criticato la dura azione della polizia nel corso del referendum in Catalogna: "La repressione non è accettabile in un paese dell'Unione europea, noi non vogliamo un paese come la Turchia. Aspettiamo che il partito socialista di Pedro Sanchez sia in grado di rettificare le sue ultime posizioni per avvicinarsi alla difesa della democrazia e dei diritti civili".

MOZIONE DI SFIDUCIA A RAJOY. Sulla possibilita' di chiedere dimissioni del governo Rajoy, il leader di Podemos rileva che "per noi sarebbe necessario fare una mozione di sfiducia al governo per cambiare presidente e noi siamo in grado di sostenere Pedro Sanchez come presidente. Per fare quello, c'è bisogno di una trattativa, un accordo tra il partito socialista, noi, partiti catalani e partiti baschi. Il problema è che il partito socialista non vuole. Noi vogliamo lavorare per convincere il partito socialista ad essere in testa a questa mozione di sfiducia per cambiare il governo della Spagna". Infine sul referendum in Italia, su Veneto e Lombardia: "So che la questione nazionale in Italia ha delle caratteristiche molto diverse per quanto riguarda la questione nazionale della Spagna, ma  la democrazia non è mai un pericolo, al contrario è una cosa normale chiedere alla gente. Non vedo perché sia un problema conoscere l'opinione degli abitanti di queste regioni".

NO A DICHIARAZIONE UNILATERALE. "Noi non abbiamo mai condiviso la strada politica della Catalogna ma in una democrazia non si può rispondere sempre con la legge e con la polizia. In Catalogna c'è un problema politico. Il nostro non è un paese uninazionale è plurinazionale ed è una grandezza della Spagna quello di essere un paese con diverse lingue, diverse nazioni, diverse culture. Ora c'è un problema politico creato dal Partito Popolare che ha distrutto lo statuto politico dei Catalani, quindi è stupido essere dietro la legge e dietro la polizia e non offrire ai catalani un dialogo. La nostra proposta è molto chiara: un referendum trattato da tutte le parti, come è avvenuto in Scozia o in Quebec".  Così Iglesias durante un'intervista ad Agorà sugli annunci catalani riguardanti la dichiarazione di indipendenza unilaterale.

"Noi siamo contro una dichiarazione unilaterale di indipendenza – continua Iglesias – Quello che è successo il primo ottobre è una grandissima mobilizzazione politica ma non è stato un referendum con le garanzie politiche e con le conseguenze giuridiche per fare un passo in questa direzione. Quindi noi diciamo negoziazione politica e un referendum legale per dare ai catalani l'opportunità di decidere il rapporto giuridico con lo stato. La nostra proposta è che vogliamo  la Catalogna dentro la Spagna".

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