Polizia blocca scuole destinate a essere seggi, famiglie decidono di occuparle pacificamente per tenerle aperte

A due giorni dal referendum sull'indipendenza della Catalogna in programma per domenica 1° ottobre le posizioni restano rigide: la regione autonoma ribadisce che il voto ci sarà, mentre il governo di Madrid garantisce che non si terrà alcun referendum. "Ribadisco che non ci sarà alcun referendum il 1° ottobre", ha detto il portavoce del governo della Spagna, Inigo Mendez de Vigo, al termine della riunione del Consiglio dei ministri, l'ultima prima del voto; proprio per gestire la questione, il premier Mariano Rajoy ha saltato il vertice Ue di Tallinn. Ma in Catalogna l'organizzazione della consultazione è andata avanti: "Domenica si voterà" dalle 9 alle 20 nonostante l'azione "sproporzionata" del governo per impedire la consultazione "attaccando diritti fondamentali", ha detto il portavoce del governo catalano Jordi Turull in una conferenza stampa organizzata a Barcellona all'International Press and Broadcasting Center, allestito proprio in occasione del voto di domenica.

Nella conferenza stampa le autorità catalane hanno mostrato a sorpresa un modello di urna elettorale: si tratta di urne di plastica bianca, non trasparenti come quelle tradizionali, con il simbolo della Generalitat al centro. Non è stato spiegato, però, come le autorità regionali pensino di distribuire le urne nei diversi seggi previsti. I seggi saranno 2.315 e, affinché possano votare in totale 5,3 milioni di catalani, è stato previsto un dispositivo di 7.235 persone.

Il referendum è ritenuto illegale dal governo di Madrid ed è stato sospeso dalla Corte costituzionale. Diversi tribunali sono poi intervenuti, in conseguenza di questo, ordinando arresti dei funzionari regionali coinvolti nell'organizzazione e chiedendo alla polizia di bloccare le scuole destinate a essere seggi elettorali. Per aggirare quest'ultimo provvedimento, i genitori hanno invitato a dormire nelle scuole in questo fine settimana, organizzando tende, sacchi a pelo, cineforum e paella. E l'occupazione pacifica di alcuni istituti è già scattata.

Dal resto della Spagna sono stati inviati in Catalogna 10mila agenti. Nella giornata di voto saranno attivi, per impedire il referendum, tutti e tre i corpi di sicurezza: i Mossos d'Esquadra (che sono la polizia regionale), la Guardia civil e la polizia nazionale. Inoltre nei giorni scorsi è stato deciso che i Mossos dovranno rispondere a un comando generale, dipendente da Madrid, che si occuperà del coordinamento di tutti gli agenti dispiegati.

Su cosa aspettarsi dalla giornata di voto restano molte domande aperte. Sarà possibile votare? Sono attesi scontri? I membri dei seggi rischiano multe? Il capo dei Mossos, Josep Lluis Trapero, ha emesso un ordine interno di cui ha preso visione l'agenzia Efe, da cui emerge che saranno inviati agenti in uniforme nei seggi elettorali per chiudere i locali e sequestrare urne, schede e registri. Il vice governatore della Catalogna, Oriol Junqueras, assicura tuttavia che ci saranno "alternative" in caso di chiusura dei seggi, ma non ha precisato quali. Quanto alla violenza, in applicazione di una decisione del Tribunale superiore di giustizia della Catalogna (Tsjc) l'utilizzo della forza da parte della polizia sarà limitato all'accompagnamento delle persone all'esterno dei locali, senza l'uso dei manganelli. Si preferisce dunque un basso profilo. In serata, intanto, lo stesso Tsjc ha ordinato a Google di bloccare la app 'On Votar 1-Oct', che si trova su Google Play: la app indica dove andare a votare ed era stata twittata mercoledì dal governatore della Catalogna Carles Puidgemont. La questione delle multe, invece, non è chiara: l'Agenzia spagnola per la protezione dei dati (Aepd) avverte che chi farà parte dei seggi elettorali rischia multe per un ammontare compreso fra 40mila e 300mila euro, per violazione della Legge sulla protezione dei dati; ma l'Autorità catalana per la protezione dei dati (Acpd), che dice di essere territorialmente competente, smentisce.

Il governatore catalano Puidgemont, in un'intervista rilasciata a Reuters, si è detto convinto che tutti gli elettori agiranno in modo pacifico e ha invitato la polizia ad agire "non sulla base di ordini politici, ma in base a standard di policy e professionali". Lui stesso, che domani voterà alle 9.30 a Sant Julià de Ramis, nella provincia di Girona, ha poi garantito alla Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) che "abbiamo molte più urne elettorali di quelle di cui abbiamo bisogno" e quello di domenica sarà uno "tsunami democratico". Anche la sindaca di Barcellona voterà: Ada Colau, ai microfoni della tv locale Betevé, ha dichiarato che voterà scheda bianca.

Nelle ultime settimane centinaia di migliaia di catalani sono scesi in strada a protestare contro la campagna di Madrid mirata a bloccare il referendum. Nella giornata di voto sono attese nuove manifestazioni nel centro di Barcellona. Oggi intanto le strade di Barcellona, come quelle di altre città della Catalogna, si sono riempite di centinaia di trattori giunti per manifestare a sostegno del referendum rispondendo alla chiamata dei sindacati agrari di tutta la regione.

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