Il piano per colpire l'sola potrebbe essere "attuato in qualsiasi momento"

Nuova provocazione da parte della Corea del Nord. Pyongyang ha annunciato infatti di stare valutando un piano per colpire con missili a medio lungo raggio il territorio americano di Guam, nel Pacifico. La tensione è salita dopo che ieri il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avvertito la Corea del Nord che gli Usa potrebbero rispondere ad altre minacce con "un fuoco e una furia mai visti la mondo". A sua volta Trump reagiva all'informativa dell'Agenzia di Difesa secondo cui Pyongyang è riuscita a produrre una piccola testata nucleare che può essere collocata su uno dei suoi missili balistici. "La Corea del Nord farebbe meglio a non fare ulteriori minacce agli Usa. Andrebbe incontro a un fuoco e a una furia mai visti al mondo", ha tuonato l'inquilino della Casa Bianca.

Oggi il portavoce dell'esercito popolare nordcoreano, in una dichiarazione citata dall'agenzia statale Kcna, ha fatto sapere che il piano per colpire Guam, a soli 3.400 chilometri da Pyongyang, "sarà attuato in qualsiasi momento" una volta che il leader Kim Jong-un ha preso la decisione. L'isola di Guam ospita circa 163mila persone, una base militare americana che include anche uno squadrone sottomarino, un gruppo di guardia costiera. Ma soprattutto la base aerea di Anderson, nel nord-est, che ospita, tra gli altri, il 36esimo stormo aereo formato dai bombardieri strategici B-52, i B-1B Lancers, con capacità nucleare, che hanno sorvolato la penisola coreana dopo il lancio dei due missili balistici intercontinentali Hwasong-14, il 4 e il 28 luglio. E proprio a questo ha fatto riferimento il messaggio di Pyongyang: "I pirati aerei di Guam hanno sorvolato i cieli del sud della Corea per realizzare una manovra folla che simula una guerra molto reale", ha denunciato il portavoce dell'esercito accusando Washington di mobilitare risorse nucleari strategiche da Guam e dalla California.

Il governatore di Guam, Eddie Calvo, ha respinto al mittente la minaccia nordcoreana, ribadendo che l'isola "è pronta a qualsiasi eventualità" con un sistema di difesa strategico. "Guam è territorio americano, non siamo solo un presidio militare", ha precisato aggiungendo di essere in stretto contatto con la Casa Bianca e tranquillizzando la popolazione. "Al momento non vi sono minacce contro la nostra isola o le Marianne", ha aggiunto. Inoltre, il consigliere di sicurezza nazionale, George Charfauros, ha assicurato che il dipartimento di Difesa americana "sta monitorando la situazione" e confida sul sistema di difesa dispiegato per questo tipo di emergenze.

Oggi, la delegata di Guam alla Camera degli Stati Uniti, Madeleine Bordallo, ha chiesto al presidente Trump di lavorare con la comunità internazionale e la Cina per evitare il conflitto con Pyongyang.  Bordallo, che non ha diritto di voto al Congresso, ha criticato l'atteggiamento del presidente Usa: il messaggio di Trump "è preoccupante e inutile e non stabilisce una strategia chiara su come rispondere alle minacce crescenti della Corea del Nord". Allo stesso tempo esorta a non tollerare il comportamento "aggressivo" del leader nordcoreano.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: