Perquisizioni e fermi ad Anderlecht. Procura: "Abbiamo paura che i ricercati si sentano in trappola e passino all'azione"
Caccia ad alcuni sospetti dopo le perquisizioni condotte ieri nel quartiere di Anderlecht, a Bruxelles, che hanno portato a quattro fermi legati al terrorismo islamico. Secondo quanto riportano i media, le autorità del Belgio temono un attacco imminente, come era accaduto il 22 marzo del 2016 negli attentati che hanno colpito l'aeroporto di Zaventem e la stazione della metropolitana di Maalbeek a Bruxelles, pochi giorni dopo l'arresto di Salah Abdeslam. "Temiamo che le persone ricercate si sentano in trappola e decidano di passare all'azione", ha spiegato il portavoce della procura federale, Eric Van der Sijpt.
Fonti della procura precisano che, "nonostante non si possa escludere uno scenario simile a quello del 22 marzo del 2016", gli inquirenti non hanno ora "nessun elemento che avvalori questa ipotesi".
Due delle quattro persone arrestate ad Anderlecht continuano ad essere in stato di fermo con l'accusa di aver partecipato ad attitività terroristiche: si tratta dei fratelli Akim e Khalid Saouti, di 40 e 37 anni. Una delle perquisizioni è avvenuta in un garage in cui sono stati trovati tre kalashnikov, una quindicina di caricatori, pistole, munizioni, uniformi dell'agenzia di sicurezza, e quattro detonatori. Nella stessa operazione è stata arrestata anche una persona a Wattignies, nel nord della Francia.
Akim e Khalid Saouti sono fratelli di Saïd Saouti, fondatore del gruppo di motociclisti musulmani noto come Kamikaze Riders legato a varie condanne per terrorismo e con il gruppo islamico Sharia4Belgium (gruppo nato nel 2003 che ha alcune decina di membri, secondo la stampa locale).
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata