Il Pontefice al termine dell'Angelus: Le mie preghiere per questa cara nazione
Papa Francesco torna a lanciare, dal balcone di piazza San Pietro, il suo appello per il Venezuela. "Esprimo la mia vicinanza alle famiglie che hanno perso i loro figli nelle manifestazioni di piazza – ha detto dopo l'Angelus – Faccio appello affinché si ponga fine alla violenza e si trovi una soluzione pacifica e democratica alla crisi. Nostra Signora di Coromoto interceda per il Venezuela". Bergoglio ha poi chiesto di pregare tutti "nostra Signora di Comoroto per il Venezuela" recitando l'Ave Maria. "Il 5 luglio ricorrerà la festa dell'indipendenza del Venezuela. Assicuro la mia preghiera per questa cara Nazione", ha aggiunto.
Non è la prima volta che il pontefice tocca l'argomento. Lo scorso ottobre Francesco aveva ricevuto in forma privata il presidente Maduro, "nel quadro della preoccupante situazione di crisi politica, sociale ed economica che il Paese sta attraversando e che si ripercuote pesantemente sulla vita quotidiana dell'intera popolazione", spiegò il Vaticano. E sempre nel 2016 la Santa Sede ha preso parto al tavolo di mediazione tra il presidente e gli oppositori, prima con il nunzio in Argentina, monsignor Emil Paul Tscherrig, e poi anche con l'arcivescovo Claudio Maria Celli, ex sottosegretario per i rapporti con gli Stati. Un tentativo che però "non ha funzionato: era tutto un 'Sì Sì', però in realtà era un 'No No'", osservava papa Francesco durante il volo di ritorno dall'Egitto, lo scorso 29 aprile. E su un nuovo tentativo spiegava che "la partecipazione della Santa Sede debba avere condizioni molto chiare",aggiungendo che "Qualcosa si muove", ma non c'è niente di sicuro. "Tutto ciò che si può fare per il Venezuela si deve fare con le garanzie necessarie. Altrimenti giochiamo al 'tintìn pirulero' (gioco argentino in cui ognuno si preoccupa solo della sua posizione, ndr)".
Di Venezuela era poi tornato a parlare il giorno dopo, nel Regina Coeli a piazza San Pietro: "Non cessano di giungere drammatiche notizie circa la situazione in Venezuela e l'aggravarsi degli scontri, con numerosi morti, feriti e detenuti. Mentre mi unisco al dolore dei familiari delle vittime, per le quali assicuro preghiere di suffragio, rivolgo un accorato appello al Governo e a tutte le componenti della società venezuelana affinché venga evitata ogni ulteriore forma di violenza, siano rispettati i diritti umani e si cerchino soluzioni negoziate alla grave crisi umanitaria, sociale, politica ed economica che sta stremando la popolazione". E in un messaggio ai vescovi aveva sottolineato che "Sono convinto che i gravi problemi del Venezuela si possono risolvere se c'è la volontà di costruire ponti, di dialogare seriamente e di portare a termine gli accordi raggiunti".
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