Parla lo scrittore, premio Nobel per la letteratura

"Qui non abbiamo sempre avuto questo tipo di terrorismo. Ma è la prima volta di attacchi tanto intensi. Negli anni Settanta, Istanbul era sconvolta dagli agguati dei terroristi di destra e di sinistra. Però a quel tempo l'escalation era minore, gli omicidi di massa pochi. Invece questo piazzare bombe nei luoghi affollati è uno sviluppo orrendo, che ci intimidisce". Lo dice, in una intervista al quotidiano La Repubblica, lo scrittore turco Orhan Pamuk, Nobel per la letteratura.

"Nelle due ultime settimane le bombe sono esplose nelle zone vicino al mio quartiere", continua parlando di Istanbul. "Non che io mi senta – precisa – intimidito o spaventato. Ma il significato è che nel cuore di Istanbul opera quel gruppo, o quell'altro gruppo, o quell'altro gruppo ancora. E gli ordigni sono diretti contro tutti, con l'intenzione di uccidere il più alto numero di persone. Questo è disgustoso, crea panico, fa infuriare. Difficile rimanere obiettivi, non farsi prendere dalla rabbia. Eppure dobbiamo fare del nostro meglio per non cadere nella spirale della vendetta, dobbiamo pur proteggere quel che resta della nostra democrazia. Queste bombe terribili non devono essere una scusa per limitarla, è già travagliata e turbata dopo il golpe fallito e per gli eventi che ne sono seguiti".

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