Accolta richiesta di un gruppo di attivisti, iI governo farà appello
L'Alta Corte di Londra ha stabilito che il governo britannico devo richiedere il voto del Parlamento per avviare il processo di uscita dall'Unione Europea. La Corte ha accolto la richiesta di un gruppo di attivisti pro-Ue. Nel dettaglio, il governo della premier Theresa May non potrà presentare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, che avvia il processo di uscita, senza il 'via libera' del Parlamento.
GOVERNO FARA' APPELLO. Il governo britannico presenterà appello alla Corte Suprema contro il verdetto dell'Alta Corte che prevede un voto in Parlamento per l'avvio del processo di uscita del Regno Unito dall'Ue. Lo riporta la Bbc."Il Paese ha votato per lasciare l'Ue in un referendum. Il governo è determinato a rispettare il risultato di questo referendum. Presenteremo ricorso contro questo verdetto", ha dichiarato il portavoce del governo. Il governo è deluso. Il Paese ha votato per lasciare l'Ue in un referendum consentito da leggi del Parlamento. Il governo è determinato a rispettare il risultato del referendum", ha dichiarato il ministro del Commercio, Liam Fox. "Questa sentenza solleva un'importante e complessa questione di diritto ed è giusto che la consideriamo con prudenza prima di decidere come procedere", ha aggiunto.
DOMANI COLLOQUIO MAY-JUNCKER. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker parlerà domani mattina con la premier britannica Theresa May in una conversazione telefonica richiesta dalla prima ministra alla luce della sentenza. Lo rende noto la Commissione. Juncker ha rifiutato di indire una conferenza stampa sul verdetto. May aveva annunciato l'intenzione di attivare la procedure di uscita del Regno Unito dall'Ue entro marzo 2017, ma oggi l'Alta corte britannica ha chiarito che nessuna decisione può essere presa senza il via libera del Parlamento di Westminster.
FARAGE: ORA RABBIA DELLA GENTE. Il verdetto del'Alta Corte sul voto del Parlamento per avviare il processo di Brexit "scatenerà la rabbia della gente" scrive su Twitter Nigel Farage, leader dell'Ukip e tra i maggiori promotori del referendum sull'uscita, aggiungendo di temere "che ora sarà fatto ogni tentativo per bloccare o ritardare l'attivazione dell'articolo 50".
I now fear every attempt will be made to block or delay triggering Article 50. They have no idea level of public anger they will provoke.
— Nigel Farage (@Nigel_Farage) 3 novembre 2016
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