La metà si trova in accampamenti e l'altra metà in comunità di accoglienza
Sono quasi 21mila le persone che sono state costrette a lasciare le proprie case per l'offensiva irachena per sottrarre allo Stato islamico il controllo di Mosul, nel nord dell'Iraq. Lo riferiscono le Nazioni unite. Si tratta di un chiaro aumento rispetto agli ultimi dati forniti ieri, quando l'Onu parlava di circa 18mila sfollati. Secondo quanto ha riferito nella conferenza stampa quotidiana il Stephane Dujarric, portavoce dell'Onu, dei 21mila sfollati la metà si trova in accampamenti e l'altra metà in comunità di accoglienza.
L'offensiva è entrata ieri in una nuova fase con l'ingresso delle forze irachene in una zona della città, che è sotto il controllo dell'Isis da giugno del 2014. Finora i combattimenti si erano concentrati in località vicine alla città e le Nazioni unite avevano avvertito che, quando si sarebbe arrivati in zone più abitate, ci sarebbero stati movimenti considerevoli della popolazione. Secondo i conteggi delle Nazioni unite, circa 200mila persone potrebbero vedersi obbligate a lasciare le proprie case per sfuggire alle violenze. Nel peggiore scenario ipotizzabile, l'Onu ritiene che potrebbero esserci fino a un milione di sfollati, il che trasformerebbe Mosul nella principale crisi umanitaria al mondo di quest'anno.
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