In vantaggio anche se con una maggioranza meno forte del previsto
Il Partito democratico dei socialisti (Dps) del premier Milo Djukanovic, al potere da 25 anni, si appresta di nuovo a vincere le elezioni politiche in Montenegro anche se con una maggioranza meno forte del previsto. Djukanovic, che è filo-occidentale, ha sottolineato come l'elezione fosse una scelta tra Nato e Russia e gli elettori si sono divisi, garantendo al premier uscente, secondo un conteggio ancora parziale, 36 seggi in Parlamento su 81, 5 in meno di quelli necessari per ottenere la maggioranza. La giornata elettorale è stata caratterizzata da una tensione crescente dopo la notizia dell'arresto di venti cittadini serbi, componenti di un gruppo criminale ed eversivo che secondo le autorità di Podgorica aveva progettato azioni destabilizzanti e atti terroristici, con la cattura dello stesso premier Djukanovic. Secondo i dati diffusi dal Cemi, Centro indipendente di ricerca e monitoraggio elettorale, dopo lo scrutinio di oltre il 72% delle schede elettorali, al Dps di Djukanovic è andato il 41,6% dei consensi, pari a 36 degli 81 seggi in parlamento. Seguono il Fronte Democratico (Df, opposizione) con 17 seggi, che insieme agli altri partiti di opposizione raggiunge i 42 seggi. Il risultato lascia il Montenegro, ex Repubblica iugoslava di 620.000 persone, profondamente spaccato.
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