L'ex presidente rischia fino a 30 anni di carcere
L'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva è stato rinviato a giudizio con l'accusa di avere ricevuto tangenti dalla ditta costruttrice Odebrecht. Si tratta del terzo processo penale avviato a carico di Lula, che è inoltre indagato dalla Corte suprema per il possibile coinvolgimento nel caso di corruzione Petrobras. In questo nuovo caso Lula è sospettato di avere preso tangenti da Odebrecht in cambio di pressioni che avrebbe poi presumibilmente esercitato durante la presidenza e negli anni successivi a quando lasciò l'incarico, nel 2011, per favorire l'impresa. Secondo l'accusa, Lula fece pressioni affinché la banca dello sviluppo del Brasile, la Banca nazionale di sviluppo economico e sociale, concedesse prestiti a Odebrecht per aggiudicarsi un contratto in Angola. I pagamenti, che ammontavano a 30 milioni di real, Odebrecht li avrebbe effettuati a un'impresa recentemente fondata da un nipote della prima moglie di Lula, Taiguara Rodrigues dos Santos. Nella sua decisione, il magistrato Vallisney de Souza Oliveira del tribunale regionale federale, ha accettato integralmente la denuncia formulata dalla procura. Le accuse a carico di Lula sono corruzione passiva, traffico di influenze, riciclaggio di denaro e associazione illecita, per cui se venisse condannato per tutti questi capi l'ex presidente brasiliano potrebbe andare incontro a una pena fino a 30 anni di carcere.
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