Ma il candidato non molla: "I media e l'establishment mi vogliono fuori a tutti i costi: io non mi ritiro"

I candidati alla presidenza degli Stati Uniti, la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump, si preparano ad affrontare il secondo dibattito, un faccia a faccia decisivo in un momento particolarmente teso. Mentre manca un mese alle elezioni dell'8 novembre, la ex segretaria di Stato e il magnate newyorkese sono consapevoli che molto è in gioco, nel confronto che si svolgerà nella notte italiana a Saint Louis, in Missouri. La metà delle domande sarà posta da elettori indecisi della città, selezionati dall'istituto americano di ricerche statistiche Gallup. In Missouri, Trump ha un vantaggio di 10 punti percentuali. A livello nazionale, invece, Clinton lo supera di 4 punti (sondaggio Politico/Morning Consult).

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Chi si gioca di più stanotte è Trump, nella bufera dopo la diffusione di un video del 2005, in cui pronuncia frasi esplicitamente sessuali, volgari e offensive nei confronti delle donne, e di un altro filmato diffuso da Cnn in cui commenta la taglia del seno della figlia e racconta del suo rapporto sessuale con tre donne. Nonostante le scuse del tycoon, più di 50 membri del partito hanno condannato il suo comportamento, e alcune decine gli hanno chiesto di rinunciare alla candidatura. Lui ha però fatto sapere di non averne alcuna intenzione: "I media e l'establishment mi vogliono a tutti i costi fuori da questa corsa: non la lascerò mai", ha scritto su Twitter.

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Da quando i filmati sono stati diffusi, hanno preso le distanze da lui decine di repubblicani. Il colpo più duro è arrivato dal suo candidato vice, Mike Pence, che ha rifiutato di presentarsi per conto del magnate a un incontro in Wisconsin, dicendosi "offeso dalle parole e dalle azioni descritte" da Trump nei filmati. "Non giustifico le sue affermazioni e non posso difenderle", aspettiamo di vedere come sfrutterà "l'opportunità che ha di mostrare che cos'ha nel cuore quando stanotte si presenterà alla nazione", ha detto Pence a proposito del dibattito. Una sorta di ultimatum, un invito a Trump di dare una svolta alla situazione.

John Thune va invece dritto al sodo. Il presidente della Repubblican Conference del Senato americano, l'organizzazione ufficiale che rappresenta i senatori in Congresso, ha chiesto infatti che Trump lasci il posto al candidato alla vicepresidenza Pence. "Donald Trump deve ritirarsi e Mikel Pence deve diventare il nostro candiadto con effetto immediato", ha scritto Thune, senatore del South Dakota, su Twitter.

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