Secondo la nonna del giovane gli agenti lo hanno ripetutamente sbattuto a terra colpendolo

Un 21enne afroamericano, Tawon Boyd, è morto a Baltimora a seguito di una colluttazione con i poliziotti avvenuta domenica, che secondo il racconto della nonna del ragazzo lo hanno ripetutamente sbattuto a terra colpendolo. È quanto riferisce la polizia e lo riporta la stampa locale, senza fornire dettagli sullo scontro con gli agenti. Sarà condotta un'autopsia per accertare le cause della morte e polizia e vigili del fuoco hanno lanciato indagini interne. Secondo la ricostruzione fornita dalla polizia, gli agenti sono stati chiamati a intervenire dalla fidanzata di Boyd con una chiamata al 911, in cui la ragazza ha detto che lui si stava comportando in modo "matto"; gli agenti spiegano di avere trovato Boyd "confuso e paranoico, che sudava molto" e, secondo il racconto concorde sia della polizia che della nonna del giovane, il 21enne ha corso verso diverse auto della polizia provando a salire a bordo e bussava alle porte dei vicini. Secondo la nonna di Boyd, Linda Burch, citata dal Baltimore Sun, il ragazzo "si comportava in modo strano", però la polizia ha utilizzato troppo la forza. "Continuavano a spingerlo a terra, spingerlo a terra, sulle spalle e sulla schiena, colpendolo", ha raccontato. La donna spiega che lei e la fidanzata di Boyd temevano che si sarebbe ferito in modo grave: "Continuavo a dire loro di smettere prima di ferirlo perché in questo modo potevano ucciderlo", ma "mi hanno risposto di andare dall'altra parte della strada altrimenti mi avrebbero messa in galera". Secondo la versione della polizia, invece, Boyd ha opposto resistenza all'arresto e tre agenti intervenuti sono rimasti feriti; la polizia ammette di avere placato Boyd tenendolo a terra con le braccia e il peso del corpo e aggiunge che, quando è stato caricato su un'ambulanza, il giovane ancora respirava e aveva battito cardiaco. Stando all'emittente locale Wbal Baltimore, la polizia ritiene che il 21enne avesse bevuto alcol e fumato maijuana. Inoltre la polizia racconta che, una volta arrivata sul posto, il giovane abbia detto agli agenti che credeva che fosse entrato in casa un ladro: "C'è qualcuno in casa. Dovete entrare dentro e cercare", avrebbe detto. Per la polizia, sempre citata da Wbal Baltimore, era "ovvio" che "Boyd era sotto l'effetto di un narcotico e/o soffriva e aveva bisogno di essere portato in ospedale per una valutazione d'emergenza", ma si sarebbe rifiutato di obbedire agli ordini e da questo sarebbe partita la colluttazione.

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