Coinvolti giornalisti e avvocati. Si parla di più di 90 vittime
Il gruppo militante Jamaat-ur-Ahrar, fazione dei talebani in Pakistan, ha rivendicato la responsabilità dell'attentato suicida di Quetta. Il portavoce Ehsanullah Ehsan ha scritto in una email che il gruppo "si assume la responsabilità di questo attacco e promette di continuare a commettere altri attacchi simili. Diffonderemo presto un rapporto video su questo". Il movimento islamista è stato responsabile dell'attacco bomba a Lahore a Pasqua, in cui morirono 72 persone.
Anche lo Stato Islamico tuttavia ha rivendicato l'attacco suicida. Lo riferisce l'agenzia Amaq, vicina all'Isis. "Un martire dello Stato islamico – si legge nella nota – ha fatto saltare la sua cintura esplosiva durante una riunione di impiegati del ministero della Giustizia e poliziotti pakistani nella città di Quetta".
Non è chiaro per ora il numero delle vittime dell'attentato di Quetta: alcune fonti ufficiali locali hanno parlato di oltre 60 morti e cento feriti, altre di più di 90 morti e 50 feriti. Molti i giornalisti e avvocati coinvolti, perché l'esplosione è avvenuta mentre molti membri delle due categorie professionali si trovavano all'ospedale a causa della morte di un noto avvocato locale.
Secondo gli artificieri, l'attacco all'ospedale sarebbe stato compiuto da una persona con addosso circa 10 chilogrammi di esplosivi. Parti del suo corpo, hanno dichiarato, sono state recuperate e saranno analizzate.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata