La sparatoria nel quartiere diplomatico al grido di 'Allahu Akbar'
Assalto armato nel cuore del quartiere diplomatico di Dacca in Bangladesh, quello di Gulshan. Alle 20.45 di ieri ora locale un commando armato ha fatto irruzione nel caffè ristorante 'Holey Artisan Bakery', frequentato soprattutto da stranieri, e – secondo alcune testimonianze al grido di 'Allahu Akbar' – ha aperto il fuoco prendendo degli ostaggi, una ventina secondo quanto riportavano i media locali. Sei i terroristi uccisi e almeno 13 gli ostaggi salvati dopo il blitz condotto all'alba dalle forze speciali.
Alcuni italiani sono rimasti coinvolti nell'attentato: l'ambasciatore italiano in Bangladesh, Mario Palma, parlando al Tg1 ha riferito che fra gli ostaggi c'erano sette italiani, di cui alcuni residenti a Dacca e altri in visita, che lavorano tutti nel mondo della moda. Da fonti della Farnesina si era appreso poco prima che un ostaggio italiano che si era riparato nel giardino retrostante il ristorante è stato tratto in salvo dalla polizia locale. Il Dhaka Tribune, invece, ha riferito la storia di un panettiere italiano che lavora nel ristorante ed è riuscito a fuggire.
A riferirlo al giornale è stato uno dei membri dello staff della cucina del ristorante, Sumon Reza, il quale ha spiegato che al momento dell'attacco nel locale si trovavano almeno 20 persone, tutti stranieri. Non trova invece conferme la notizia inizialmente diffusa dal giornale India Today, che parlava di due italiani morti. Da fonti della Farnesina si apprende che la Farnesina stessa sta contattando le famiglie delle persone che potrebbero essere coinvolte, ma al momento non sono confermate vittime italiane.
Lo Stato islamico, come riporta il gruppo Usa Site che monitora le attività jihadiste online, ha rivendicato l'attacco tramite l'agenzia di stampa Amaq legata all'Isis, che ha parlato di assalto a "un ristorante frequentato da stranieri a Dacca, in Bangladesh". Inizialmente Amaq ha riferito di oltre 20 stranieri uccisi, mentre poi ha aggiornato il bilancio a 24 morti e 40 feriti, tra cui diversi stranieri. Bilancio naturalmente non confermato da fonti ufficiali.
"Seguo momento per momento la situazione a Dacca. Ansia per gli italiani coinvolti, vicino alle famiglie", ha commentato su Twitter il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. E il premier Matteo Renzi ha abbandonato la serata per il restauro del Colosseo e ha fatto ritorno a Palazzo Chigi, da dove sta seguendo gli sviluppi del sequestro in corso a Dacca, in contatto con la Farnesina.
"Angoscia per questo ennesimo atto di barbarie, con la speranza che si concluda senza vittime". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva commentato ai microfoni delle televisioni, al suo arrivo a Città del Messico, l'attacco terroristico. "Naturalmente – aveva aggiunto – siamo coinvolti in modo particolare, avendo dei nostri concittadini in ostaggio. Questo aumenta l'angoscia e rende ancora più grande l'ansia per le iniziative che vengono assunte, con la speranza che vengano assunte con saggezza ed efficacia". "Ci sono alcuni italiani – conferma Mattarella – Ma anche se fosse uno soltanto, sarebbe la stessa cosa".
Recentemente due presunti responsabili di omicidi settari sono morti in sparatorie con le forze di sicurezza in Bangladesh. Dal 2013 il Paese ha sofferto un'ondata di attacchi di stampo islamista, che si sono intensificati nel 2015, il che ha portato la polizia a lanciare una vasta operazione con migliaia di arresti. Alcune delle azioni terroristiche sono state rivendicate dallo Stato islamico, mentre altre dalla branca locale di al-Qaeda, ma le autorità locali hanno avuto la tendenza ad attribuire le responsabilità a gruppi autoctoni.
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