L'avvocato Berton ha spiegato che era "molto turbato" dalle condizioni di videosorveglianza a cui è stato sottoposto

Si è rifiutato di rispondere alle domande del giudice istruttore di Parigi Salah Abdeslam, ritenuto la mente logistica degli attacchi di Parigi del 13 novembre scorso e arrestato lo scorso 18 marzo a Molenbeek. Abdeslam è arrivato poco prima delle 8 al palazzo di Giustizia francese e davanti al giudice si è lamentato delle condizioni di sorveglianza a cui è sottoposto in carcere, dove la sua permanenza in cella è videoregistrata senza sosta. L'avvocato  Frank Berton, ha spiegato ai media che l'udienza di Abdeslam era conclusa e che il suo cliente non aveva voluto testimoniare ma che lo farà in seguito.

ulle ragioni per cui non ha voluto rispondere, Berton ha spiegato che il presunto terrorista era "molto turbato" dalle condizioni di videosorveglianza a cui è stato sottoposto nel carcere di Fleury Merogis, alle porte della capitale. Infatti, il legale ha aggiunto di aver intenzione di scrivere al ministro della Giustizia per modificare le disposizioni di vigilanza, perchè a suo parere sono "illegali". La verità è che Abdeslam sembra comportarsi come quando era detenuto in Belgio, dove da un lato ha mostrato pentimento e volontà di collaborare con la giustizia, dall'altro si è chiuso nel silenzio davanti ai giudici.
 

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