Il tycoon sempre più leader trai repubblicani, per l'ex segretaria di Stato vittorie in 4 stati su 5 contro Sanders
Il magnate Donald Trump ha ampliato il suo vantaggio per ottenere la nomination repubblicana per le presidenziali degli Stati Uniti con cinque vittorie decisive nelle primarie del partito. Bene anche l'ex segretaria di Stato Hillary Clinton che ha esteso il suo vantaggio nella corsa democratica con le vittorie in quattro stati su cinque. Trump ha vinto comodamente in cinque stati del nord-est che hanno votato per distribuire 118 delegati repubblicani: Maryland, Pennsylvania, Rhode Island, Delaware e Connecticut. "Per quanto mi riguarda è già finita" ha detto Trump parlando a New York in riferimento alla competizione tra candidati repubblicani. Una prova di muscoli arrivata due giorni dopo che i suoi rivali nella corsa repubblicana, Ted Cruz e John Kasich, avevano annunciato un patto per cercare di prevenire che Trump ottennesse i delegati necessari per garantirsi la nomina.
Dopo aver preso il 60% dei voti a New York una settimana fa, Trump era sulla buona strada per raggiungere percentuali simili nei cinque stati, nei quali era già chiara la vittoria poco dopo la chiusura del voto. Questi trionfi migliorano ulteriormente le prospettive del tycoon di guadagnare i 1.237 delegati necessari per aggiudicarsi la nomination repubblicana ed evitare ciò che l'apparato di partito invece vorrebbe, ovvero una convention a luglio nella quale, qualora Trump non raggiungesse il numero necessario, qualsiasi altro candidato potrebbe ottenere la nomina. Una strada comunque lunga per Trump che prima del voto della notte aveva 845 delegati quando nella corsa repubblicana per il voto ci sono ancora solo dieci stati, e molti di loro hanno un profilo politico sfavorevole a Trump, come Nebraska, Montana e Sud Dakota. La battaglia si sposterà in Indiana, dove il vantaggio di Trump è minimo e dove il rivale Cruz sta investendo ingenti risorse per cercare di strappare i delegati nel voto del 3 maggio. "Da questa sera la campagna si trasferisce in un terreno più favorevole", ha detto Cruz durante una manifestazione a Knightstown in Indiana. Kasich invece ha promesso di non investire risorse e gli sforzi in Indiana per facilitare una vittoria di Cruz, mentre la campagna del senatore farà lo stesso negli stati di Oregon e New Mexico. Trump ha replicato che questa strategia "mostra debolezza e inefficienza, mostra che le campagne stanno fallendo, mostra una cospirazione", e ha chiesto ai suoi due rivali ritirarsi dalla corsa perché non hanno "alcuna possibilità di vincere."
Nella corsa democratica, invece, Hillary Clinton ha esteso il suo vantaggio vincendo in Pennsylvania, Maryland, Delaware e Connecticut; mentre il suo rivale, il senatore Bernie Sanders, ha vinto in Rhode Island. "Con il vostro aiuto, torneremo a Philadelphia con la maggioranza dei voti e dei delegati impegnati" ha promesso Clinton riferendosi alla convention democratica che si terrà nella stessa città nel mese di luglio. "Sia se appoggino me o Sanders, c'è molto di più che ci unisce rispetto a quanto ci divida", ha sottolineato l'ex Segretario di Stato. Nel frattempo, Sanders rilancia: "Stiamo guadagnando i voti di indipendenti e anche di alcuni repubblicani", ha detto il senatore del Vermont. Clinton ha bisogno di 2.383 delegati per aggiudicarsi la nomination democratica e finora ne ha più di 1.500, a fronte di più di 1.200 di Sanders, cifre che non comprendono i "superdelegati" funzionari di partito eletti che possono votare al congresso e che potrebbe cambiare la loro preferenza, se lo desiderano.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata