L'ex leader serbo-bosniaco assolto per un'accusa di genocidio, ma colpevole per l'assedio della città di Sarajevo

I giudici hanno riconosciuto l'ex leader dei serbi in Bosnia, colpevole di crimini contro l'umanità, anche per omicidio e persecuzione, nelle municipalità della Bosnia e per il massacro di Srebrenica dove sono stati uccisi più di 8mila bosniaci musulmani: Karadzic è stato condannato a 40 anni di prigione. È stato invece prosciolto dall'accusa di genocidio in relazione alle municipalità, per prove insufficienti. Il tribunale internazionale dell'Aja ha dichiarato l'ex leader dei serbi in Bosnia colpevole di genocidio per il massacro di Srebrenica, del luglio 1995, in cui sono stati uccisi 8mila bosniaci musulmani. Secondo quanto riferisce l'avvocato di Karadzic, il suo assistito ha intenzione di fare ricorso contro la decisione dei giudici.

COLPEVOLE ASSEDIO SARAJEVO. Per i giudici del Tribunale internazionale dell'Aia per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia, Radovan Karadzic, ex leader dei serbi in Bosnia, è colpevole per l'assedio di Sarajevo, in cui morirono migliaia di persone. Il giudice O-Gon Kwon ha affermato che la campagna di attacchi non sarebbe potuta accadere senza l'appoggio di Karadzic.  Il tribunale internazionale dell'Aja ha inoltre dichiarato l'ex leader dei serbi in Bosni colpevole di genocidio per il massacro di Srebrenica, del luglio 1995, in cui sono stati uccisi 8mila bosniaci musulmani.

FERMATA EX PORTAVOCE. L'ex portavoce della procura del tribunale delle Nazioni unite sui crimini di guerra nell'ex Jugoslavia, Florence Hartmann, è stata fermata dalla polizia, prima che la corte leggesse il verdetto del processo nei confronti dell'ex leader serbo bosniaco Radovan Karadzic. Hartmann era stata giudicata colpevole di oltraggio alla corte per avere pubblicato un libro contenente informazioni confidenziali sull'operato del tribunale. La corte le aveva imposto di pagare una multa ma le autorità della Francia, in cui Hartmann vive, non hanno voluto applicare la sentenza.

ONU: NESSUNO SFUGGE A NOTIZIA. – Il verdetto contro l'ex leader serbo in Bosnia, Radovan Karadzic, dimostra che anche i potenti devono sapere di non poter sfuggire alla giustizia. Lo ha dichiarato in una nota l'Alto funzionario Onu per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al-Hussein, dopo la sentenza del tribunale dell'Aja che condanna Karadzic per crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio. "Il suo processo – ha aggiunto l'ex leader – dovrebbe far riflettere i leader in Europa e altrove, che cercano di sfruttare i sentimenti nazionalisti e le minoranze come capro espiatorio".

DELUSIONE TRA MOGLI DELLE VITTIME. Le mogli delle vittime del massacro di Srebrenica sostengono che i 40 anni di condanna per Karadzic non sono abbastanza e arrivano troppo tardi. "Sono davvero delusa", dice Bida Smajlovic, 64 anni, che ha guardato assieme a due cognate il verdetto in diretta a Potocari, un sobborgo di Srebenica. E' qui, 21 anni fa, che le tre donne hanno visto per l'ultima volta i loro mariti. "Siamo rimaste sotto shock dal primo colpo d'arma da fuoco, e questo è un altro", aggiunge la signora Smajlovic.

I tre uomini morirono tutti l'11 luglio 1995, quando le forze serbo-bosniache, guidate dal generale Rako Mladic, entrarono nell'area di Srebenica,  teoricamente protetta dalle Nazioni unite, che non intervenirono. Le donne furono separate dagli uomini. Vennero massacrati circa 8mila uomini musulmani, in una delle atrocità europee più terribili dai tempi della seconda guerra mondiale.

"Vorrei che ci fosse la pena capitale", afferma la 73enne Vasva Smajlovic. "Mio marito è morto da 20 anni e Karadzic è ancora vivo. Quanto meno mi aspettavo una sentenza d'ergastolo". Tra le strade vuote, in quella che ora è un villaggio fantasma, pochi passanti hanno voglia di commentare la sentenza del tribunale internazionale. "E' arrivata troppo tardi", sospira la signora Smajlovic, che vive sola in una casa affacciata sulle 7mila tombe banche delle vittime seppellite. Un altro migliaio di vittime, invece, non hanno una lapide.

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