All'indomani del commissariamento si schiera con il presidente, licenziato il direttore

È uscito oggi in edicola con una linea editoriale completamente diversa dal passato, all'indomani del commissariamento, il quotidiano turco Zaman. Il giornale è passato da una linea d'opposizione a una favorevole al governo e al presidente Recep Tayyip Erdogan: mentre sabato era uscito con una prima pagina totalmente nera con il titolo 'Costituzione sospesa', in segno di protesta per il commissariamento, la copertina di oggi è dedicata principalmente a una cerimonia ufficiale per la costruzione del terzo ponte sul Bosforo a Istanbul, con il titolo 'Storica eccitazione sul ponte del Bosforo'. Oltre a questa notizia compare in evidenza una foto di Erdogan e si annuncia che il presidente terrà un ricevimento nel palazzo presidenziale in occasione della festa della donna. Si fa inoltre riferimento al possibile ritiro dell'immunità a deputati curdi, misura difesa da Erdogan.

 Sulla pagina web del quotidiano compare solo il messaggio "Presto torneremo con notizie di qualità e neutrali", mentre la versione in inglese del giornale 'Today's Zaman' non è aggiornata da ieri. Venerdì un tribunale di Istanbul ha deciso il commissariamento del giornale, che è accusato di far parte della rete del religioso Fetullah Gülen, nemico di Erdogan e che vive negli Stati Uniti. La decisione ha scatenato proteste e migliaia di persone si sono radunate davanti alla sede del giornale a Istanbul: qui sono scoppiati scontri con la polizia turca, che venerdì e ieri ha utilizzato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla. Venerdì sera tardi gli agenti hanno fatto irruzione in redazione dopo essersi fatti largo tra la folla con i lacrimogeni, mentre i giornalisti stavano ancora terminando l'edizione del giornale, per scortare dentro i nuovi amministratori. E ieri il direttore del quotidiano Abdulhamit Bilici e il giornalista Bulent Kenes sono stati licenziati e scortati all'esterno della sede.

Zaman, con una tiratura quotidiana di 650mila copie, è il giornale più venduto in Turchia. Ha mantenuto una linea editoriale di appoggio al governo fino a dicembre del 2013, quando si è unito alle accuse di corruzione contro l'allora primo ministro e ora presidente Erdogan. Fu proprio nel 2013 che la crescente tensione fra Erdogan e Gulen, per anni alleati, fece esplodere un conflitto aperto, in cui il governo accusa il religioso di utilizzare la sua influenza su polizia e magistratura per creare uno Stato parallelo e far cadere il governo. Un tempo Gulen ed Erdogan erano alleati, ma dopo l'apertura di un'indagine per corruzione che ha travolto la cerchia di Erdogan nel 2013 si è consumato l'allontanamento, visto che a indagare erano stati poliziotti e procuratori considerati vicini a Gulen. Erdogan accusa Gulen di cospirare per ribaltare il governo costruendo una rete di sostenitori in magistratura, polizia e media, accuse che Gulen respinge.

Il commissariamento di Zaman giunge in un periodo preoccupante per la libertà di stampa in Turchia. Due noti giornalisti del giornale d'opposizione Cumhuriyet, Can Dundar ed Erdem Gul, sono stati arrestati e poi rilasciati perché accusati di avere messo in pericolo la sicurezza di Stato in relazione alla pubblicazione di un video che avrebbe mostrato l'intelligence turca che inviava armi in Siria. Inoltre già in passato sono stati sequestrati e chiusi media d'opposizione legati al movimento di Gulen.

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