Un video sexy tiene, invece, sotto ricatto Nouri Abu Sah Mein, presidente del Congresso nazionale di Tripoli

Un generale ingombrante che si ispira all'autoritario capo di Stato egiziano. Un premier poco carismatico, che dovrebbe far uscire la Libia dalla crisi con un governo di unità nazionale, ma che rischia la vita quando entra nel Paese. Un duro che vuole bloccare l'accordo, ma che resta sotto ricatto sessuale. Ed una città-Stato, simile a quelle dell'Italia trecentesca, che può far oscillare il pendolo libico. Sono questi alcuni tra i principali protagonisti del difficile rebus che da giorni impedisce di trovare un governo di unità nazionale. Alla vigilia di un intervento militare che sembra sempre più certo per la minaccia crescente dell'Isis, abbiamo chiesto ad un ricercatore dell'European Council for Foreign Relations, Mattia Toaldo, di illustrarci gli attori che stanno giocando un ruolo di primo piano per il futuro della Libia.

IL GENERALE: L'UOMO FORTE. Il generale Khalifa Haftar si trova nella città di Al Marj. E' il capo delle forze armate che rispondono al Governo di Tobruk. Era vicino a Gheddafi, ma si allontò da lui negli Anni Novanta, andando negli Stati uniti. Si ispira a Abd al-Fattah el Sisi, capo di Stato egiziano. Proprio per questo è il collegamento ideale tra le autorità libiche, il regime egiziano e anche gli Emirati arabi uniti. Grazie alla sua posizione, ha molta influenza sul parlamento di Tobruk. Più di una volta ha impedito la nomina di un ministro della Difesa indipendente, che sarebbe stato per lui scomodo. Nei negoziati al momento in corso, si vuole evitare che diventi il prossimo leader, carica alla quale ambisce da tempo.

IL PREMIER SENZA CARISMA. Di professione architetto, era un "Signor Nessuno" fino alla sua nomina: il primo ministro Fayed Serraj ha pochissimo potere, e ha pure rischiato di perdere la vita una delle poche volte in cui si è recato in Libia. Già deputato nel Parlamento di Tobruk e titolare di un dicastero minore in uno dei primi governi post-Gheddafi, non è mai stato un politico importante. Tutt'ora è un personaggio poco carismatico. Da quando è stato nominato premier designato, si è potuto recare in Libia solo due volte. Nella prima,  dopo l'attentato a Zlitan, ha rischiato di restare ucciso in un agguato. Nella seconda, la scorsa settimana, doveva presentare il suo governo, non ancora varato ufficialmente.

IL DURO SOTTO RICATTO SESSUALE. Oltre a Tobruk, la Libia ospita un secondo Parlamento, animato da politici filo-islamisti che non hanno alcuna intenzione di appoggiare accordi con l'Occidente. Particolarmente importante, quindi, è la figura di Nouri Abu Sah Mein, presidente di questo Parlamento antagonista (chiamato 'Congresso nazionale di Tripoli'). Già presidente del Consiglio tre anni fa, espressione proprio delle forze islamiste, non ha veri referenti internazionali, anche se spesso è in buoni rapporti con Qatar e Turchia. La sua debolezza? Un video che lo ritrae in scene sessuali, che lo tiene perennemente sotto ricatto. Rimane espressione delle milizie degli irriducili di Tripoli, che tentano in ogni modo di frenare l'accordo benedetto dall'Onu, per ora con successo.

LA CITTA'-STATO. Attore molto importante è poi una città. Si tratta di Misurata, che agisce come una città-Stato nell'Italia medievale. Non c'è un vero leader, ma in passato ha avuto un ruolo cruciale nella caduta di Gheddafi. E' sede di centinaia di milizie e, grazie ad un consiglio comunale particolarmente attivo, organizza visite diplomatiche negli Emirati arabi uniti ed è tra i maggiori sostenitori del dialogo dell'Onu. Uno dei suoi massimo esponenti è Ahmed Maitig, che non a caso dovrebbe fare il vice presidente del Consiglio di Serraj, l'uomo senza qualità nominato a capo del governo di unità nazionale. Misurata è strategicamente importante perché vicina a Sirte, dove ha sede lo Stato islamico, e perché le milizie della città hanno sempre giocato un ruolo chiave nella conquista di Tripoli.

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