Il Cairo (Egitto), 30 dic. (LaPresse/EFE) – Almeno 2.371 persone sono stati uccisi nella campagna aerea russa iniziata tre mesi fa in Siria, tra cui civili, ribelli e jihadisti. Lo ha fatto sapere l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Gli attacchi aerei dell’aviazione di Mosca, secondo gli attivisti, hanno causato più vittime tra i civili e tra i ribelli che tre i militanti dello Stato islamico. Dall’inizio dei raid il 30 settembre, i bombardamenti russi hanno uccisi 792 civili, di cui 180 minorenni e 116 donne. Sono stati 924 i combattenti ribelli e di gruppi islamisti (tra cui il Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda) uccisi negli stessi raid. Tra i jihadisti dello Stato islamico, i combattenti uccisi sono stati 655.
L’osservatorio ha ribadito la sua condanna ai raid russi contro i civili e attribuito alla comunità internazionale i crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Siria, che vuole siano portati davanti alla giustizia internazionale. Le autorità russe assicurano che le forze aeree del Paese hanno preso di mira le postazioni dello Stato islamico e di altre organizzazioni terroristiche, ma attivisti e oppositori riferiscono che gli aerei di Mosca hanno bombardato anche zone residenziali e basi dei gruppi di ribelli moderati.
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