Parigi (Francia), 12 dic. (LaPresse/EFE) – Lo spettro del Front National, che per la prima volta è presente in tutto il territorio francese, domina il ballottaggio di domani nelle elezioni regionali, lasciando la sinistra del presidente François Hollande nella vana speranza di sfuggire al disastro annunciato.
In testa al primo turno in 6 delle 13 regioni, il partito di Marine Le Pen spera di conquistare qualche regione, sfidando così la sua condanna storica di non superare il 50% dei voti al ballottaggio. Questo è accaduto nelle dipartimentali dello scorso anno, quando dopo essere stato il partito più votato nel primo turno, il Front National non è riuscito a guadagnarsi nessun collegio elettorale.
Il forte exploit del partito a partire dal 2012, con l’aiuto della figlia del fondatore del partito, Jean Marie Le Pen, fa propendere i sondaggisti verso la vittoria del Front in almeno una regione. Un successo che sarebbe un ottimo trampolino di lancio per Marine per le presidenziali del 2017, il suo vero obiettivo.
Con due deputati e due senatori, una dozzina di comuni e 22 eurodeputati, il Front National ha vinto domenica scorsa, per la terza volta, divenendo il più grande partito in Francia con più di 6 milioni di voti, il 27,63%. Secondo i sondaggi, il partito ha raggiunto il picco nel primo turno e quindi ha poco spazio di miglioramento nel secondo. Al contrario, i socialisti, dopo un modesto 24% raggiunto domenica, possono beneficiare ora del sostegno degli elettori ambientalisti e neo-comunisti, i cui partiti non hanno raggiunto i voti necessari per il ballottaggio. Per quanto riguarda la destra moderata dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, i sondaggi danno anche per lui un ampio spazio per migliorare il suo 27,25%.
Gli analisti prevedono inoltre una maggiore affluenza alle urne, dal 49,5% del primo turno al 53%, cosa che rende imprevedibili i risultati soprattutto nelle regioni in cui il gap tra i due candidati è più stretto. Questo è il caso delle due grandi regioni perseguite dal Front, il Nord Pas-de-Calais-Picardie, dove Marine Le Pen ha superato il 40% dei voti e dove i socialisti, arrivati terzi, hanno ritirato il proprio candidato a favore del conservatore Xavier Bertrand, che ha raggiunto un quarto dei voti al primo turno. Stesso caso per la Provenza-Alpi-Costa Azzurra, la tradizionale roccaforte dell’estrema destra francese, dove Marion Maréchal Le Pen, che ha raccolto il testimone dal nonno e fondatore del partito con il 40,6% dei voti al primo turno, mira a superare la destra di Christian Estrosi (anche qui i socialisti si sono ritirati).
Aspira anche a mantenere le proprie aspirazioni anche Florian Philippot, numero due del partito che ha vinto nella regione Borgogna-Champagne-Ardenne con il 36%. Qui però il candidato socialista ha disobbedito al partito decidendo di restare in gara, sottraendo voti e supporto al rivale conservatore Philippe Richert.
Stessa divisione tra socialisti e destra moderata attende il Front National in Borgogna, dove la candidata Sophie Montel (31,5% al primo turno), deve affrontare il conservatore François Sauvadet (24%) e il socialista Marie-Guite Dufay (23%).
Per quanto riguarda i socialisti, che controllavano tutte le regioni tranne una, possono solo sperare di limitare il fallimento che alcune settimane fa i sondaggi avevano predetto.
Quasi certa la vittoria in Bretagna, con l’aiuto del ministro della Difesa popolare, Jean-Yves Le Drian, in Aquitania-Limousin Poitou-Charentes, con l’uscente Alain Rousset, e in Corsica con i vari alleati. I socialisti aspirano però a conquistare sette regioni (Linguadoca Rossiglione Midi-Pirenei, Rodano Alpi, Valle della Loira, Pays de Loire, Normandia, Borgogna e Franche-Comte), e in particolare la regione di Parigi, dove si scontreranno il presidente dell’Assemblea Nazionale, il socialista Claude Bartolone, e l’ex ministro conservatore, Valérie Pécresse.
La destra moderata, che cercava di assestare un nuovo colpo elettorale a Hollande, spera ora che i socialisti non salvino la faccia con il trionfo simbolico di Parigi e con l’aggiunta di più regioni rispetto ai suoi rivali.
Sullo sfondo, a un anno e mezzo delle elezioni presidenziali, resta in dubbio la credibilità di Sarkozy di guidare l’opposizione a Hollande, dietro all’inarrestabile ascesa del Front National.
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