Torino, 7 dic. (LaPresse) – “Dobbiamo distruggere l’Isis. La strada politica è per Assad, e per la Siria. L’Isis rimane un nemico per tutti. Anche i russi hanno capito che distruggerla non è così facile. Non vogliono far innervosire tutti gli Stati sunniti. Perciò i russi hanno un incentivo a darsi da fare in questa sede. E se tutto va bene avremo un governo di transizione che potrà invitare i vari Paesi a combattere lo Stato Islamico – e tutti potranno farlo in maniera coordinata. È un’equazione molto semplice”. Così il segretario di Stato Usa, John Kerry, in un’intervista al Corriere della Sera.
Alla domanda se sia possibile una vittoria sull’Isis, Kerry non ha dubbi: “Certo che è possibile. Se accadrà o meno dipende dall’Iran e la Russia”. “È come per Al Qaeda – ha spiegato – Bisogna far sì che non sia più una minaccia quotidiana. Non è in grado di operare in molti Paesi. Le menti dell’organizzazione sono state distrutte. La sua capacità di minacciare sono state ridotte. Certo – ha precisato Kerry – c’è sempre qualche fanatico in giro, ma si è eliminata la possibilità che abbia un nucleo stabile, uno Stato, che possa raccogliere fondi, pagare stipendi, assoldare persone, attrarle e dare loro ordini. Si può porre una fine a tutte queste cose se lavoriamo per bene”.
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