di Matteo Bosco Bortolaso

Parigi (Francia), 16 nov. (LaPresse) – François Hollande è divenuto un presidente “in guerra” che convoca una “Yalta del terrorismo” con i colleghi Barack Obama e Vladimir Putin, bombarda la Siria e vuole ridisegnare radicalmente le leggi e la stessa Costituzione di Francia. È questo il muscolare ritratto offerto dai media francesi dell’inquilino dell’Eliseo, che in tempi normali non riscuoteva grande entusiasmo tra i francesi e veniva chiamato ‘Flamby’, dalla marca di un budino.

CONGRESSO E GUERRA. Ora, dopo gli sconvolgenti attacchi kamikaze che hanno fatto piombare i francesi in un clima da 11 settembre, l’Esagono intero si stringe attorno all’Eliseo. Assenti o davvero sfumate le critiche all’intervento pronunciato solennemente da Hollande al ‘Congresso’, l’Assemblea nazionale e il Senato riuniti assieme a Versailles. Il presidente vuole intensificare i bombardamenti in Siria nel tentativo di far fuori il presunto ‘cervello’ degli attentati, Abdelhamid Abaaoud – o AA – belga di 27 anni attualmente in Siria. Il presidente ha chiesto all’Onu di avallare queste operazioni, che potrebbero presto essere condotte da una coalizione internazionale a cui si unirebbero Washington e Mosca.

AUMENTANO SPESE MILITARI. Per scongiurare nuovi attentati, il presidente François Hollande ha prospettato la creazione di 5mila nuovi posti per poliziotti e militari nel prossimo biennio, che scendono a 2.500 nella giustizia e mille per la dogana. “È uno sforzo considerevole – ha ammesso il presidente – gli aumenti avranno ripercussioni sulla spesa pubblica di cui mi assumo la responsabilità: ritengo che in questa situazione la sicurezza abbia la precedenza sul Patto di stabilità”. Dopo la clausola migranti cui si è appellata Roma, quindi, l’Unione europea potrebbe contemplare anche una clausola terrorismo.

UNA NUOVA COSTITUZIONE. Hollande ha anche chiesto una “evoluzione della Costituzione” di Francia per far fronte al terrorismo. La carta fondamentale potrebbe essere ritoccata in due parti. Dapprima all’articolo 16, che contempla i “poteri eccezionali” cui il presidente può ricorrere in caso di “interruzione del funzionamento regolare dei poteri pubblici costituzionali”. Quindi all’articolo 36, che prevede invece lo “stato d’assedio” ma potrebbe, se modificato, contemplare anche lo “stato d’urgenza” già decretato dopo gli attentati e prolungato, con ogni probabilità, per tre mesi. Lo stato d’assedio, in particolare, prevede che “diverse competenze vengano trasferite dall’autorità civile a quella militare” e per Hollande tale trasferimento “non è adatto” alla realtà odierna: “Siamo in un conflitto di un altro tipo, che chiama il regime Costituzione a poter gestire lo stato di guerra”, ha detto.

TOGLIERE LA CITTADINANZA AI TERRORISTI. Togliere la cittadinanza francese a chi ne ha due e viene condannato per terrorismo: è un’altra delle misure che la Francia potrebbe adottare. “Non possiamo rendere gli individui apolidi – ha precisato il presidente – ma dobbiamo poter fare in modo che una persona condannata per atti di terrorismo, anche se è nata in Francia, se ha un’altra nazionalità” possa perdere quella francese.

LA MANO TESA A SARKO. L’ex capo del partito socialista, il cui mandato ora viene completamente rimesso in gioco anche in vista delle presidenziali del 2017, tende intanto la mano al suo avversario Nicolas Sarkozy. Il presidente dei Repubblicani, il partito che in concorrenza con il Fronte nazionale ambisce all’Eliseo, aveva lanciato l’idea di mettere un braccialetto elettronico a chi è condannato e forse anche sospettato di terrorismo. Per Hollande se ne può parlare, ma prima deve arrivare il parere del Consiglio di Stato, simile al nostro organo di rilievo costituzionale.

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