dal nostro inviato Fabio De Ponte
Antalya (Turchia), 16 nov. (LaPresse) – Era il grande nemico dell’occidente e ora è il suo indispensabile alleato. Cercano una possibile l’occidente e il presidente russo Vladimir Putin, costretti a unire le forze contro il comune nemico: il terrorismo. Il tentativo è quello di mettere da parte le differenze e di concentrarsi sulla minaccia. E così la freddezza che è stata riservata a Mosca da un anno a questa parte, da quando è esplosa la crisi ucraina – e che è costata alla Russia anche l’esclusione dal G8 a giugno un Baviera – si è sciolta in questo G20 in un confronto diretto e franco.
PUTIN INCONTRA CAMERON, MERKEL, RENZI. Putin ha incontrato oggi il premier britannico David Cameron, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo aver visto ieri il presidente Usa Barack Obama per oltre mezz’ora.
CAMERON: “NECESSARIO COMPROMESSO SU ASSAD”. Ed è tornato nella parte dell’uomo forte, che è riuscito a strappare a Cameron la disponibilità a un compromesso sul destino di Assad: “La distanza è enorme – ha detto infatti l’inquilino di Downing Street al termine del colloquio – tra quelli di noi che credono che Assad debba lasciare immediatamente e quelli che, come il presidente Putin, lo hanno sostenuto e continuano a sostenerlo”. Ma “penso – ha aggiunto – che ognuno riconosca la necessità di un compromesso”. A fare pressione su Cameron anche la circostanza, da lui stesso riportata oggi, che negli ultimi sei mesi le forze di sicurezza britanniche hanno sventato 7 attentati. “I fatti recenti dimostrano che dovremmo unire gli sforzi nella lotta la terrore”, ha risposto il capo del Cremlino.
PROSSIMO INCONTRO HOLLANDE-PUTIN. Intanto il presidente francese, Francois Hollande, che al vertice era assente, e che ha chiesto davanti alle Camere riunite a Parigi tre mesi di stato di emergenza perché “siamo in guerra”, ha annunciato che vedrà Putin prima della conferenza sul clima che si apre nella capitale francese tra due settimane. Obiettivo: ottenere il suo sostegno.
SERRATO SCAMBIO OBAMA-PUTIN, MA LE PARTI RESTANO FREDDE. Mentre a Obama, che ieri ha visto per mezz’ora e col quale oggi ha scambiato nuovamente qualche battuta, Putin ha annunciato che la Russia è pronta a sostenere con attacchi aerei l’opposizione siriana nella sua lotta contro i terroristi del gruppo Stato islamico. “Posso confermare che abbiamo stabilito dei contatti sul campo di battaglia con i gruppi dell’opposizione siriana che ci hanno chiesto di condurre attacchi aerei”, ha detto. Ieri dalla Casa bianca avevano fatto sapere che “il presidente Obama e il presidente Putin hanno concordato sulla necessità di una transizione politica in Siria, che sia guidata e condotta dalla Siria stessa, preceduta da negoziati mediati dall’Onu tra l’opposizione siriana e i regime di Damasco, per un cessate il fuoco”. Si tratta di capire ora se tutto questo sarà confermato nei fatti: potrebbe essere solo un bis del faccia a faccia che i due ebbero a New York, all’assemblea generale dell’Onu, che fu tutt’altro che risolutivo. Anche perché Obama non ha neanche citato il colloquio con Putin nel corso della sua conferenza stampa finale, mentre il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha parlato di un colloquio costruttivo ma non eccezionale.
MERKEL ANNUNCIA CONFERENZA A FEBBRAIO A LONDRA SUI RIFUGIATI. Nulla è trapelato dall’incontro con la Merkel. Che non ci sta a lasciarsi travolgere dagli eventi. E annuncia in conferenza stampa una conferenza internazionale sui rifugiati siriani per il prossimo 4 febbraio. Un appuntamento nel quale si parlerà di assistenza ai rifugiati ma anche ai Paesi che danno loro appoggio. Bisogna procedere con ordine, sembra essere il suo ragionamento, prima che il progetto europeo sia trascinato via dalla tempesta.
RENZI: “RIPORTARE RUSSIA AL TAVOLO STA DANDO RISULTATI”. Ma il clima sembra cambiato, ha commentato Renzi: “Con Putin – ha detto – abbiamo più volte sottolineato la necessità di far ritornare la Russia al tavolo della comunità internazionale. La nostra posizione su questo, fin dall’anno scorso, è stata molto forte all’interno dell’Ue. Adesso finalmente abbiamo iniziato un percorso comune, a partire dal tavolo di Vienna. Il principio italiano – ha aggiunto – quello di riportare anche la Russia al tavolo, sta dando risultati interessanti”.
OBAMA: “OFFENSIVA DI TERRA IN SIRIA SAREBBE UN ERRORE”. Ma se Hollande appare determinato a lanciare una offensiva a 360 gradi, Obama già frena: “Sarebbe un errore”, dice, avviare un’iniziativa militare di terra, una idea “che ci ripresenterebbe scenari già visti”. Evidente il riferimento all’Iraq. “Tragicamente Parigi non è sola”, ha detto Obama, tracciando una linea di continuità tra gli “attacchi oltraggiosi dell’Isis a Beirut, ad Ankara, e che si verificano con frequenza in Iraq”. Una spiccata visione multilaterale, la sua, che sembra avvicinarsi molto a quella di Renzi, che ha ripetuto diverse volte la necessità di una “strategia complessiva, che tenga insieme tutto”.
LE CONCLUSIONI DEL VERTICE: “CONTRASTARE FINANZIAMENTI E PROPAGANDA SU INTERNET”. Su alcune cose, comunque, tutti i leader si sono detti però d’accordo, e lo hanno messo nero su bianco in un allegato in 9 punti alle conclusioni del vertice. Nel testo si parla della necessità di uno sforzo comune per bloccare i flussi di finanziamento al terrorismo e di rafforzare le misure di sicurezza aerea, ma anche di “coinvolgere i giovani e promuovere l’inclusione di tutti i membri della società” e di “contrastare la propaganda terrorista e impedire ai terroristi di sfruttare la tecnologia, le comunicazioni e le risorse per incitare d atti di terrorismo, anche attraverso internet”.
“CONDANNA PER IL TERRORISMO DA QUALSIASI PARTE ARRIVI”. Il documento cita al primo punto “gli atroci attacchi terroristici” non solo di Parigi ma anche di Ankara, definiti “un affronto inaccettabile a tutta l’umanità”. E esprime una “condanna inequivocabile” per “tutti gli atti, i metodi e le pratiche di terrorismo, che non possono essere giustificati in alcuna circostanza, a prescindere dalle motivazioni, in tutte le forme e manifestazioni, dovunque e da chiunque commesse”. Un passaggio questo, fortemente voluto dal presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan: insomma, si legge tra le righe, anche del Pkk.
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