Tunisi (Tunisia), 29 ott. (LaPresse/EFE) – Sette studenti sono stati arrestati mercoledì sera a Kelibia, nel nord della Tunisia, con l’accusa di diffondere all’università propaganda a favore dello Stato islamico. Lo riferiscono fonti ufficiali, spiegando che i sette operavano dall’istituto superiore di studi tecnologici della città. Gli arresti sono stati compiuti dagli agenti dell’antiterrorismo. “Gli studenti organizzavano sessioni per vedere video dello Stato islamico e spingevano a unirsi alla guerra in Siria”, hanno detto le fonti.

Gli arresti rientrano nella campagna lanciata dal governo di Tunisi contro i gruppi che hanno un’interpretazione radicale dell’islam, campagna nell’ambito della quale sono state smantellate una decina di presunte cellule jihadiste nelle ultime tre settimane e di arrestare circa 40 persone per la loro presunta collaborazione con radicali. Il salafismo radicale si è diffuso in Tunisia da quando nel 2011 la cosiddetta ‘Rivoluzione dei gelsomini’ ha abbattuto la dittatura di Zine el-Abidine Ben Ali. Da allora diversi gruppi jihadisti si sono stabiliti nella regione di Kasserine, che si è trasformata in zona di riunione dei radicali di tutto il Maghreb.

La situazione si è aggravata ulteriormente quest’anno, quando jihadisti affini ai gruppi attivi vicino al confine con l’Algeria e addestratisi nella vicina Libia hanno compiuto l’attacco del Bardo a Tunisi e quello sulla spiaggia di Sousse, uccidendo complessivamente oltre 60 turisti stranieri. La Tunisia è inoltre il primo Paese al mondo per numero di combattenti che partono per unirsi all’Isis in Siria, con oltre 5mila persone partite, il 15% circa delle quali è rientrato.

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