Mosca (Russia), 29 lug. (LaPresse/EFE) – Il presidente russo Vladimir Putin ha decretato oggi la distruzione, a partire dal 6 agosto, dei prodotti alimentari occidentali che arrivano nel Paese nonostante l’embargo imposto dal Cremlino. Secondo quanto dichiarato dalla presidenza russa in un comunicato, il provvedimento interesserà gli alimenti e i prodotti agricoli provenienti da quei Paesi che risultano aver emesso, ad oggi, sanzioni economiche contro imprese e cittadini russi, come nel caso degli Stati Uniti e dell’Unione europea. Non sono interessati da questo provvedimento i prodotti che attraversano la dogana in transito verso un Paese terzo, a condizione che soddisfino i requisiti fitosanitari.

L’obiettivo di questa misura è quello di scoraggiare il contrabbando di alimenti europei in Russia attraverso Paesi come la Bielorussia, come ha più volte denunciato la stampa locale. La Russia è stata costretta a sospendere l’entrata di container provenienti dal Paese vicino che arrivavano sul mercato nazionale con etichette bielorusse, come le ostriche o le cozze, nonostante la Bielorussia non sia sul mare. L’iniziativa di distruggere i prodotti deperibili occidentali arriva dal ministro dell’Agricoltura, Alexandr Tkachov, che pone la frutta e la verdura nella stessa categoria degli altri articoli di contrabbando destinati alla distruzione, come la droga.

Alcuni media locali hanno criticato la misura, considerando che sarebbe molto più pratico vendere quei prodotti a basso costo, a favore delle fasce più svantaggiate della società russa, i cui redditi sono stati ridotti a causa dell’attuale recessione. Altri hanno suggerito di inviare questi prodotti a orfanotrofi o alle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk colpite dalla guerra, dove molte persone sopravvivono solo grazie agli aiuti umanitari.

Secondo i dati ufficiali, il costo minimo del paniere della spesa, in Russia, è aumentato del 14,3% nel primo semestre di quest’anno, in gran parte a causa dell’embargo dei prodotti occidentali che ha fatto aumentare i prezzi degli alimenti di base. Putin ha annunciato, a fine giugno, la decisione di prorogare di un anno l’embargo sui prodotti alimentari deperibili provenienti dall’Unione europea, in risposta all’estensione delle sanzioni adottate da Bruxelles contro Mosca per il suo ruolo nella crisi in Ucraina. Ha spiegato che l’obiettivo della misura è quello di “garantire la sicurezza della Russia” e ha argomentato che l’embargo “sarà un buon incentivo per gli agricoltori locali”.

L’Unione europea ha prolungato le sanzioni economiche contro la Russia di sei mesi, fino al 31 gennaio 2016. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha bollato come “illegale e infondata” la decisione di Bruxelles e ha affermato che le sanzioni pregiudicano “anche gli interessi dei contribuenti nei Paesi europei”.

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