Tripoli (Libia), 28 lug. (LaPresse/Xinhua) – Alcuni media libici criticano il processo a Saif al-Islam Gheddafi, accusando il tribunale di Tripoli che lo ha condannato a morte di aver agito sotto la pressione delle forze islamiste che hanno formato nella città un governo non riconosciuto.

Assieme al secondogenito di Muammar Gheddafi sono stati condannati alla stessa pena anche altri otto esponenti di alto rango dell’ex regime, destituito dalla rivoluzione del 2011, per crimini di guerra e per aver represso le proteste pacifiche durante la rivoluzione. Il ministero della Giustizia del governo di Tobruk, Al-Mabruk Ghraira Omran, prima ancora che i verdetti fossero pronunciati, aveva chiesto alla comunità internazionale di non riconoscerli, dicendo che i giudici hanno “lavorato sotto minaccia delle armi e temendo di essere uccisi o rapiti”.

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