Tripoli (Libia), 26 lug. (LaPresse/EFE) – I quattro italiani dipendenti della ditta Bonatti sequestrati il 19 luglio vicino a Zuara, in Libia, sono stati rapiti da quattro assalitori “con il volto coperto”. Lo ha riferito a Efe il colonnello Tahar al Garbali. “Ore dopo” l’ingresso nel Paese attraverso la frontiera con la Tunisia, ha detto, “sono stati catturati a Zuara da un veicolo che li seguiva“.

Un altro testimone ha affermato che “il sequestro si è verificato come risposta al governo italiano, dopo che le autorità marittime hanno arrestato sette trafficanti di migranti nella zona marittima della città di Zuara, e li hanno consegnati alla giustizia”.

“I sequestratori – ha proseguito – hanno fermato il veicolo in cui gli italiani viaggiavano, uno di loro ha guidato l’auto e l’ha condotta a una destinazione sconosciuta“. Gli altri tre assalitori nel frattempo hanno catturato l’autista e lo hanno abbandonato vicino a Mellitah.

Secondo il militare, i rapitori hanno scelto un luogo molto frequentato dai trafficanti di esseri umani e hanno costretto gli italiani a cambiarsi gli abiti, temendo che portassero addosso dispositivi di localizzazione. Un contadino ha raccontato a Efe di avere visto i vestiti degli italiani, abbandonati a terra assieme a dei telefoni cellulari.

Fonti di sicurezza della vicina Sabrata hanno affermato, parlando con Efe, che i sequestrati sarebbero in mano ai miliziani di Jeish al Qabail, Esercito delle tribù, tra i gruppi che sostengono il governo di Tripoli.

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