Dal nostro inviato Fabio De Ponte

Tel Aviv (Israele), 21 lug. (LaPresse) – “Nei circuiti neurali del cervello non tutti i neuroni sono uguali: ci sono leader, il cui comportamento è seguito da molti altri nella stessa area. Questa scoperta è importante per le patologie neurodegenerative, come il Parkinson e l’epilessia, perché la degenerazione potrebbe dipendere dai leader e se riusciamo a identificarli possiamo combattere la malattia”. E’ una delle scoperte compiute grazie alla collaborazione Italia-Israele, a cui oggi è stato dedicato l’evento ‘I-3: Italy-Israel-Innovation/ from Knowledge to Growth’ all’università di Tel Aviv a cui ha preso parte il premier Matteo Renzi. A spiegare la scoperta è stato Alessandro Torcini, responsabile per la parte italiana del laboratorio congiunto italo-israeliano sulle neuroscienze, uno dei progetti avviati nell’ambito di questa collaborazione.

I due Paesi lavorano a stretto contato a livello accademico da ormai 14 anni, ha spiegato Stefano Boccaletti, collaboratore scientifico dell’ambiasciata italiana in Israele, che oggi ha anche annunciato l’istituzione di un premio scientifico binazionale per la cooperazione Italia-Israele intitolato a Rita Levi Montalcini.

Sono sette le aree fisse di collaborazione tra i due Paesi: neuroscienze (con questo laboratorio congiunto), neurostimolazione (coinvolto per l’Italia il San Raffaele di Milano), salute pubblica (Istituto superiore di Sanità) atomi freddi (università di Firenze), energia solare (Enea), sicurezza informatica e ricerca spaziale (tra l’agenzia italiana e quella israeliana).

Qui vengono a studiare i giovani di maggior successo. Come Ilan Misano. Italiano, di famiglia ebraica, a 18 anni ha introdotto il selfie stick in Italia, il bastoncino per farsi le foto col telefonino, apportando alcune innovazioni e brevettandole. Con quelle ha fatto i soldi e ora si paga gli studi al Technion, l’università israeliana di eccellenza dedicata alle tecnologie. Sulle etichette dei bastoncini, se uno ci fa caso, c’è un’etichetta: c’è scritto ‘Selfienator’. E’ il suo marchio. A ottobre ha vinto il premio per la startup più innovativa al Maker Fare di Roma. Ha fatto tutto insieme al fratello, due anni più giovane di lui. “Ci ha dato una mano mio zio”, racconta. L’idea è nata proprio grazie ad una sua vacanza in Thailandia. Perché ora il Technion? “Peché vanno bene i selfie – risponde – ma avevo voglia di fare qualcosa di più utile per la società. Studio tecnologia biomedica”.

dpn/ctr

212122 Lug 2015

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