Roma, 5 lug. (LaPresse) – “Che vinca il sì o che vinca il no, non cambia nulla: pagheremo in ogni caso”. C’è disillusione a Fiumicino tra i greci che rientrano proprio stasera ad Atene, giusto in tempo per essere presenti al risultato del referendum. Corpulento, maglietta gialla, quest’uomo preferisce non dire il proprio nome. “La vera domanda di questo referendum è se ti fidi di Tsipras o dell’Europa.

Io? Non mi fido di nessuno”, dice, spiegando che sta tornando da una vacanza in Italia. “Io non spero che vinca il sì o il no – interviene una signora -. Spero solo che prevalga il meglio”. Poco più in un gruppo di studenti, che sembra avere le idee molto più chiare. “Spero che vinca il sì”, dice Filippos, che studia a farmacia a Roma, ed è al primo anno. “Anche io avrei votato sì se fossi stata là”, interviene Nicoletta, sua compagna di corso. Tornano in Grecia per le vacanze estive. A settembre rientreranno in Italia per proseguire gli studi.

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