Bruxelles (Belgio), 14 giu. (LaPresse/EFE) – La Corte penale internazionale (Cpi) chiede al Sudafrica di arrestare il presidente sudanese, Omar al Bashir, arrivato ieri a Johannesburg per partecipare a un vertice dell’Unione africana. Sul capo di Stato pende dal 2009 un mandato d’arresto del tribunale dell’Aia, per accuse legate a genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità nella regione del Darfur dal 2003. Il Tribunale superiore di Pretoria ha emesso un’ordinanza in cui vieta ad al-Bashir di uscire dal Paese e ha rinviato a domani la decisione sul possibile arresto.

La Cpi “chiede al Sudafrica di non risparmiare sforzi nell’assicurare di eseguire il mandato d’arresto”, ha affermato il presidente del tribunale dell’Aia, Sidiki Kaba, se è vero che Al-Bashir si trova nel Paese. Secondo la stampa sudanese e la tv pubblica sudafricana, il presidente ricercato dal 2009 dalla Cpi è atterrato questa notte all’aeroporto militare di Pretoria. Sinora non è apparso in pubblico.

Il Sudafrica è un Paese firmatario dello Statuto di Roma, il trattato istitutivo della Corte, ed è obbligato a metterne in pratica le decisioni. Da quando il mandato di arresto è stato emesso, il presidente sudanese è tuttavia andato in viaggio in altri Paesi firmatari, come Kenya, Malawi e Nigeria. Diversi gruppi per i diritti umani, tra cui Amnesty International, hanno chiesto al governo sudafricano di rispettare i suoi obblighi internazionali, essendo membro della Cpi.

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