Londra (Regno Unito), 29 apr. (LaPresse/PA) – Lindsay Sandiford, la nonna 58enne britannica condannata a morte in Indonesia per traffico di droga, si è detta “profondamente amareggiata” dalla “insensata, brutale morte” dei due australiani giustiziati nel Paese insieme ad altre sei persone. La donna, detenuta nel carcere di Kerobokan a Bali, ha detto che i due, Myuran Sukumaran e Andrew Chan, hanno aiutato a riabilitare molti altri detenuti. “Non conoscevo questi uomini quando commisero quei reati 10 anni fa; quello che posso dire è che Andrew e Myuran che conoscevo erano uomini che hanno fatto del bene e hanno cambiato le vite di molte persone, compresa me stessa”.

Chan, ha raccontato Sandiford in una nota diffusa dal suo avvocato, era “un amico stretto e confidente” e l’aveva “consigliata e aiutata” dopo la sua condanna a morte nel 2013. Secondo quanto riferito dalla donna, Myu e Andrew hano introdotto nel carcere di Kerobokan il concetto di riabilitazione, organizzato lezioni di pittura, cucina e informatica, e aiutavano i prigionieri più poveri a ottenere cibo, vestiti e assistenza sanitaria. Fra le otto persone nei cui confronti è stata eseguita ieri la pena di morte c’erano anche cittadini di Nigeria, Brasile e Indonesia, mentre l’esecuzione della filippina Mary Jane Fiesta Veloso è stata rinviata dopo una richiesta del presidente delle Filippine, Benigno Aquino III.

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