Katmandu (Nepal), 28 apr. (LaPresse/Reuters) – Si aggrava ancora il bilancio del terremoto che sabato ha colpito il Nepal. Secondo quanto fa sapere il centro nazionale per le operazioni di emergenza, le vittime del sisma e delle successive scosse di assestamento sono salite a 5.057, tra cui 20 scalatori. I feriti sono 10.915. Quattro i morti italiani. Ma la situazione potrebbe diventare sempre più difficile. Secondo il primo ministro Sushil Koirala, sentito da Reuters, il bilancio potrebbe arrivare a 10mila vittime. Koirala ha quindi fatto appello ai Paesi stranieri affinché invino rapidamente tende e medicinali per far fronte all’emergenza.

CONTATTATI 377 ITALIANI. Dalla Cina il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha aveva parlato di 347 connazionali contattati, mentre in serata la Farnesina ha dato la notizia che ancora 10 italiani mancano all’appello. Questa mattina Claudio Taffuri, responsabile dell’Unità di crisi della Farnesina, aveva fatto sapere che 18 italiani sono state contattati la scorsa notte.

4 VITTIME ITALIANE. Ieri era arrivata la conferma della morte di quattro cittadini italiani. Si tratta di Renzo Benedetti e Marco Pojer, travolti da una frana mentre erano impegnati a 3.500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. Quindi Oskar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e Gigliola Mancinelli, 51 anni di Ancona, speleologa, entrambi deceduti nel villaggio di Langtang, colpito da una valanga. Sono invece sopravvissuti gli altri speleologi che si trovavano con loro: Giuseppe Antonini, 53 anni di Ancona, e Giovanni Pizzorni, 52 anni genovese.

MIGLIAIA ACCAMPATI IN PIAZZA A KATMANDU. Intanto, migliaia di persone rimaste senza casa stanno ora facendo i conti con i forti venti e le piogge che stanno colpendo il centro della capitale Katmandu, mentre gli aiuti giunti finora appaiono scarsi di fronte al grande numero di sfollati. Piazza Tudikhel, usata per le parate militari e le feste nazionali, si è trasformata in un’enorme area di soccorso per i terremotati.

TENDE IN PESSIME CONDIZIONI. I soldati dell’esercito inviati sul posto per aiutare la popolazione che si ripara in tende improvvisate, hanno annunciato che stanno distribuendo cibo ad almeno settemila persone. I pasti serviti sono principalmente a base di tagliolini istantanei e acqua, forniti dal governo e dalle agenzie di soccorso. Per quanto riguarda le tende, sono tutte in pessime condizioni e in ogni caso ospitano troppe persone. Il primo ministro nepalese Sushil Koirala ha ammesso ieri che i soccorsi, i rifornimenti e le operazioni di ricerca non sono abbastanza efficaci. Oltre dieci Paesi del mondo, fra cui Cina, India, Pakistan, Stati Uniti, Bangladesh, Singapore, Corea del Sud e Giappone hanno inviato in Nepal personale medico, farmaci e altri generi di conforto.

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