Katmandu (Nepal), 26 apr. (LaPresse/Reuters) – È salito a 2.150 morti nel solo Nepal il bilancio del forte terremoto di ieri di magnitudo 7.9 con epicentro nel Paese. Aggiungendo a questo conteggio le vittime registrate nei Paesi vicini, cioè in India, Bangladesh e Tibet, il bilancio complessivo del sisma è di oltre 2.200 morti.

Stanotte la maggior parte dei residenti della valle di Katmandu, che è la zona più densamente popolata del Paese, ha dormito all’esterno nonostante il freddo per paura di nuove scosse. Inoltre nella capitale, dove si scava anche a mani nude per recuperare i corpi dalle macerie, il personale degli ospedali ha portato i pazienti nelle strade per curarli dal momento che è pericoloso mantenerli all’interno.

Stamattina un’altra forte scossa, di magnitudo 6.7 ha colpito Nepal e India, provocando una nuova serie di valanghe sull’Everest dopo quella che ieri aveva travolto parte del campo base. Al momento non si hanno notizie di nuove vittime legate a queste slavine.

Stamattina sono stati recuperati i corpi di 17 scalatori morti nella valanga di ieri e, prima delle nuove slavine, un aereo è arrivato a Katmandu a mezzogiorno circa ora locale con a bordo 15 scalatori rimasti feriti ieri, che alla fine sono stati prelevati dall’Everest dopo alcuni ritardi dovuti alle condizioni meteo che rendevano difficile l’avvicinamento degli elicotteri. Tra i sopravvissuti arrivati a Katmandu ce ne sono tre provenienti da Cina, Giappone e Corea del Sud. Secondo fonti del ministero del Turismo nepalese, al momento della scossa di ieri sull’Everest c’erano almeno mille scalatori, fra cui circa 400 stranieri.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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