Mosca (Russia), 11 mar. (LaPresse/EFE) – Il ceceno Zaur Dadayev, che aveva confessato di essere l’ideatore e l’organizzatore dell’omicidio dell’oppositore russo Boris Nemtsov, ha ritrattato la sua dichiarazione in un’intervista pubblicata oggi dal giornale russo ‘Moskovski Komsomolets’. “Alla radio dicono di noi cose orribili. Credevo che andando a Mosca avrei potuto dire tutta la verità al giudice, dirgli che non sono colpevole. Però il giudice non mi ha nemmeno permesso di parlare”, ha detto Dadayev. L’ex agente delle forze speciali della Cecenia, fermato lo scorso venerdì nella vicina repubblica di Inguscezia, ha denunciato che la sua confessione è stata estorta con percosse e minacce dagli agenti che lo hanno fermato.
Boris Nemtsov, 55 anni, è stato assassinato la sera di venerdì 27 febbraio in pieno centro a Mosca, su un ponte che si trova molto vicino al Cremlino, mentre tornava a casa a piedi in compagnia della fidanzata. Oppositore dichiarato del presidente Vladimir Putin, aveva espresso particolare disapprovazione per la politica della Russia nella vicina Ucraina e stava organizzando una grande manifestazione dell’opposizione che si doveva tenere a Mosca. A seguito dell’omicidio quella protesta si è trasformata in una marcia di commemorazione per Nemtsov, alla quale hanno partecipato migliaia di persone.
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