Baghdad (Iraq), 26 feb. (LaPresse/Reuters) – I militanti del gruppo Stato islamico hanno pubblicato online un filmato in cui si vedono alcuni estremisti che nel nord dell’Iraq distruggono una serie di antiche statue e sculture dal valore inestimabile, risalenti all’antica Assiria. Per distruggere i reperti, alcuni dei quali datati al VII secolo avanti Cristo, i militanti hanno usato martelli e trapani, affermando che gli oggetti erano simboli di idolatria.

“Il profeta ci ha ordinato di eliminare statue e reliquie, così come fecero i suoi compagni quando conquistarono nuove terre per lui”, dice un uomo non identificato nel video. Apparentemente i reperti distrutti provenivano dal museo di antichità di Mossul, città conquistata dallo Stato islamico lo scorso giugno, ha detto a Reuters un impiegato del museo.

Nel filmato si vedono alcuni militanti che spingono le statue giù dai loro piedistalli, mandandole in frantumi. Uno di loro usa anche un trapano elettrico su un grande toro alato. Secondo l’archeologa irachena Lamia al-Gailani, associata dell’Institute of Archaeology, i militanti hanno causato danni incalcolabili. “Non si tratta solo del patrimonio iracheno: si parla del mondo intero. È un patrimonio dell’umanità”, ha detto al-Gailani a Reuters. Le opere distrutte “non hanno prezzo, sono uniche. È incredibile, non voglio più essere irachena”, ha detto ancora, accostando le azioni dei militanti alla distruzione dei Budda di Bamiyan compiuta nel 2001 dai talebani afghani.

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