Washington (Usa), 7 feb. (LaPresse/Reuters) – “Queste notizie ci preoccupano, ma speriamo ancora che Kayla sia viva”. Così in un messaggio Carl e Marsha Mueller, genitori di Kayla Jean Mueller, la cooperante statunitense di 26 anni che, secondo quanto riferito ieri dai militanti dello Stato islamico, sarebbe morta in un raid dell’aviazione giordana sulla Siria. La ragazza era stata rapita dagli estremisti ad agosto 2013 mentre si trovava ad Aleppo. I genitori si rivolgono poi direttamente ai responsabili della detenzione della figlia: “Ci avevate detto che trattavate Kayla come vostra ospite, come vostra ospite la sua sicurezza e il suo benessere sono di vostra responsabilità”.
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