Torino, 6 feb. (LaPresse) – Kayla Jean Mueller, ostaggio statunitense nelle mani dei militanti dello Stato islamico, sarebbe morta nel corso di un “raid aereo giordano”. Ad annunciarlo è lo stesso gruppo attraverso i suoi canali media, secondo quanto riporta Site, organizzazione che analizza le attività dei gruppi terroristici. Il raid avrebbe colpito l’edificio in cui la ragazza era sequestrata, nel governatorato di Raqqa. La cooperante americana, 26 anni, originaria dell’Arizona, era stata rapita nell’agosto del 2013 quando stava lavorando in un ospedale di Aleppo.
Secca la risposta di Amman, che parla di “trovata di propaganda dell’Isis”. La Cnn riporta il commento del ministro dell’Interno giordano, Hussein Majali, secondo cui i militanti “hanno provato a causare problemi interni alla Giordania e non ci sono riusciti. Ora stanno provando a creare una crepa nella coalizioe con questa trovata”.
Cauta Washington. La portavoce della Casa Bianca, Bernadette Meehan, fa sapere che il governo Usa è “profondamente preoccupata” dalla notizia, ma “al momento non ha visto alcuna prova” che confermi quanto detto dai militanti.
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