Parigi (Francia), 9 gen. (LaPresse/PA) – Entra nel terzo giorno in Francia la massiccia caccia all’uomo per trovare i due fratelli ritenuti responsabili dell’attacco di mercoledì 7 gennaio al settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi, in cui sono state uccise 12 persone. Le ricerche della polizia si sono concentrate in Piccardia in una zona boschiva a una settantina di chilometri a nordest di Parigi, dopo che ieri mattina la presenza dei due giovani era stata segnalata a bordo di una Renault Clio in una pompa di benzina nelle vicinanze, nel dipartimento di Aisne. Ad avvertire le forze dell’ordine era stato il gestore della stazione di servizio e pare che i due in fuga, incappucciati e con Kalashnikov, avessero rubato cibo e benzina.
Migliaia i poliziotti e gli agenti di sicurezza dispiegati per la caccia all’uomo. Pesantemente armati, gli agenti hanno passato a setaccio la foresta di Retz, che si estende per 13mila ettari, compiendo perquisizioni anche nei villaggi di Villers-Cotterets, Longpont e Corcy. Subito dopo l’attacco a Charlie Hebdo il piano Vigipirate, cioè il sistema nazionale di allerta sicurezza francese, era stato innalzato al livello più alto, quello di ‘allerta attentato’, nell’Ile de France, ovvero nella regione intorno a Parigi. Ieri l’allerta attentato è stata estesa alla regione della Piccardia, dove sono concentrate le ricerche. E in conseguenza di questa decisione il personale dispiegato ammonta a 88mila agenti.
Intanto emergono nuovi dettagli sui due fratelli, che sono stati identificati come Said Kouachi di 34 anni e Cherif Kouachi di 32 anni, nati in Francia da genitori algerini e poi rimasti orfani. È emerso che le autorità statunitensi li avevano inseriti da tempo nella ‘no-fly list’, come ha riferito un funzionario Usa dell’antiterrorismo. E in particolare uno dei due fratelli, Said, si era addestrato in Yemen nel 2011, probabilmente insieme alla branca locale di al-Qaeda. Un terzo uomo, il 18enne Hamyd Mourad, si è consegnato invece alla polizia dopo che il suo nome era circolato sui media in relazione all’attacco, ma sostiene di non avere a che fare con l’accaduto.
In Francia sono ore di tensione, che è salita nuovamente ieri mattina quando si è verificata una seconda sparatoria. Nel sobborgo di Montrouge, a sud di Parigi, una poliziotta è stata uccisa e pare che il caso venga trattato come un atto di terrorismo. Tuttavia Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha affermato ieri che non sembrano esserci legami fra la sparatoria di Montrouge e l’assalto a Charlie Hebdo. Pare che la sparatoria di ieri mattina sia andata come segue: un agente si è fermato per indagare su un incidente stradale in cui era rimasto ferito in condizioni critiche uno spazzino e, riferisce il testimone Ahmed Sassi, “c’erano un agente di fronte a un’auto bianca e un uomo che ha sparato ed è corso via”. L’uomo armato era vestito di nero. Sempre ieri due esplosioni si sono verificate nei pressi di moschee a sud di Parigi, ma senza provocare feriti.
Per la seconda sera consecutiva, ieri i parigini si sono raccolti a Place de la Republique per una veglia in ricordo delle 12 vittime. Ed eccezionalmente la Torre Eiffel è stata spenta alle 20 in omaggio proprio alle persone uccise nell’attacco a Charlie Hebdo. Ieri in Francia si è celebrata la giornata di lutto nazionale indetta dal presidente François Hollande subito dopo l’attentato di mercoledì.
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