Surabaya (Indonesia), 1 gen. (LaPresse/Reuters) – I sommozzatori in attesa di ispezionare quello che potrebbe essere il relitto dell’Airbus A320-200 dell’AirAsia, scomparso domenica nel mare di Giava, non sono riusciti a riprendere le operazioni a causa delle cattive condizioni del mare. Ieri le squadre che si occupano di effettuare le ricerche nel mare di Giava avevano fatto sapere di aver individuato attraverso un sonar un grande oggetto a una profondità di almeno 30 metri, che potrebbe essere la fusoliera. “La cosa più difficile – ha detto a Reuters il comandante Edi Tirkayasa – è individuare la posizione in cui l’aereo è caduto, verificare se l’aereo è realmente lì. È una cosa molto difficile anche con mezzi sofisticati. E con un tempo così, chi lo sa? Siamo ancora fiduciosi e ottimisti sul fatto che lo troveranno. Devono trovarlo”.
Oltre a rintracciare il relitto, gli operatori dovranno poi individuare le scatole nere, che potranno permettere di capire la dinamica di quanto accaduto. L’ipotesi più accreditata per ora è che l’aereo sia finito in stallo prendendo rapidamente quota per cercare di evitare una tempesta, 40 minuti dopo il decollo. Finora i corpi recuperati nel presunto luogo dello schianto sono sette, assieme ad alcuni detriti come una valigia, uno scivolo di emergenza e un giubbotto di salvataggio.
“Spero che le ultime informazioni siano corrette e che l’aereo sia stato trovato. Per favore, pregate con noi. È così importante”, scrive su Twitter Tony Fernandes, amministratore delegato di AirAsia.
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