Pechino (Cina), 8 dic. (LaPresse/AP) – In Cina un tribunale ha condannato a morte otto persone per il loro coinvolgimento nei due attacchi che il 30 aprile e il 22 maggio di quest’anno hanno causato la morte di 46 persone nella regione dello Xinjiang. Lo ha riferito la televisione di Stato China Central Television. Il tribunale del popolo di Urumqi ha anche sospeso la pena capitale per altri cinque imputati. Il 30 aprile, mentre il presidente cinese Xi Jinping stava concludendo un tour nella regione, si era verificata un’esplosione nella stazione dei treni di Urumqi, causando la morte di tre persone, inclusi i due assalitori. Circa tre settimane dopo, il 22 maggio, quattro uomini hanno guidato due suv attraverso un mercato affollato nel centro di Urumqi e hanno lanciato esplosivi dalle finestre delle vetture, causando la propria morte e quella di altre 39 persone.
Dopo gli attacchi le autorità hanno attuato una repressione contro la violenza in Xinjiang, che ospita la minoranza musulmana turcofona degli Uiguri. Pechino ha attribuito le violenze ai separatisti radicali.
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