Budapest (Ungheria), 28 ott. (LaPresse/AP) – Decine di migliaia di manifestanti in piazza in Ungheria contro il piano del governo di imporre dal 2015 una tassa sull’uso di internet. I partecipanti hanno chiesto al premier Viktor Orban di ritirare la proposta. Il piano prevede di imporre ai provider di internet di pagare ogni mese 700 fiorini ungheresi (pari a 2,27 euro) per ogni utente e 5mila fiorini (pari a 16,19 euro) per le aziende che usufruiscono del servizio. Inizialmente si era parlato invece di una tassazione pari a 150 fiorini per gigabyte di traffico internet ma il partito al governo, Fidesz del premier Orban, ha promesso poi di abbassare il costo potenziale dell’imposta.

Dura la reazione dell’Unione europea: parlando con i giornalisti riuniti a Bruxelles, il portavoce della commissaria Ue per l’agenda digitale Neelie Kroes, Ryan Heath, ha definito la proposta “un’idea particolarmente cattiva” che ostacolerebbe la crescita economica e ha sottolineato che “l’Ungheria è al di sotto della media Ue su ogni indicatore digitale”. Inoltre ha espresso il timore che il piano ungherese possa essere copiato da altri Paesi. “Se l’Ungheria crea un precedente in questo ambito può diventare un problema in una serie di altri Stati membri e può essere un problema per la crescita economica dell’Europa”, ha detto.

Le proteste si sono concentrate davanti al ministero dell’Economia e secondo i media locali i manifestanti erano fra 35mila e 40mila. Il governo ha annunciato la proposta la scorsa settimana senza alcuna consultazione con gruppi di industriali né con i deputati di Fidesz. Ha motivato la scelta con diverse spiegazioni, dicendo per esempio che la misura è mirata a bilanciare una tassa sulle telefonate dal momento che le persone utilizzano sempre di più internet per telefonare; inoltre ha spiegato che i nuovi ricavi contribuirebbero a migliorare l’accesso a internet nelle zone rurali.

La manifestazione di oggi è la seconda in tre giorni ed è anche un segno del crescente scontento dei più giovani contro le politiche del primo ministro Orban, che puta a una centralizzazione del potere e a un aumento del ruolo dello Stato a discapito delle imprese private. I dimostranti hanno promesso che continueranno a protestare finché il governo non ritirerà la proposta. Le marce si sono tenute, oltre che a Budapest, anche in altre città ungheresi e davanti alle ambasciate dell’Ungheria in vari Paesi dell’Ue. Il partito di Orban, Fidesz, ad aprile ha ottenuto per la seconda volta consecutiva la maggioranza dei due terzi in Parlamento e sta cominciando il suo terzo mandato di governo da quattro anni.

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