Teheran (Iran), 21 set. (LaPresse/Xinhua) – L’Iran potrebbe bloccare l’uso di alcuni servizi di social networking come WhatsApp, Viber e Tango. È quanto riporta l’emittente iraniana Press TV, spiegando che il procuratore generale Gholam-Hossein Mohseni-Ejei ha inviato una lettera al ministro delle Comunicazioni e dell’informazione tecnologica, Mahmoud Vaezi, in cui chiede di bloccare immediatamente i servizi accusati di diffusione di materiale osceno e contenuti offensivi verso l’islam e la morale. Il procuratore dà al ministro un mese di tempo per intervenire, spiegando che altrimenti sarà la magistratura a intraprendere le azioni necessarie. Nella lettera il procuratore sostiene che alcuni contenuti sui social network in questione siano gestiti da governi stranieri “ostili all’establishment della Repubblica islamica dell’Iran”.
Un sondaggio pubblicato questo mese dal Centro iraniano per la ricerca e gli studi strategici mostrava che quasi il 70% dei giovani iraniani che usano internet bypassa i siti bloccati utilizzando dei software appositi. Il monitoraggio di internet in Iran va oltre il semplice blocco dell’accesso a siti web e servizi: alcuni chiedono addirittura la creazione di un ‘internet halal’ che escluderebbe contenuti contrari alla legge islamica. Alcuni funzionari iraniani hanno incoraggiato attivamente l’adozione di piattaforme nazionali per ospitare blog, e-mail e social media, ma molti giovani preferiscono utilizzare servizi del genere ospitati all’estero, che sono più difficilmente controllabili.
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