Cape Canaveral (Florida, Usa), 15 set. (LaPresse/AP) – Il programma della Nasa per l’identificazione dei corpi celesti che potrebbero colpire la Terra deve essere organizzato e gestito meglio, e deve avere avere uno staff più ampio. Lo ha detto in un rapporto di 44 pagine l’ispettore generale della Nasa, Paul Martin, criticando il progetto Near Earth Objects program, il cui obiettivo è scovare e catalogare comete, asteroidi e frammenti di grandi dimensioni che transitano a meno di 45 milioni di chilometri dalla Terra.
Lo scopo finale del programma è di mettere al sicuro il pianeta da eventuali impatti. Il programma non è sufficientemente controllato e non ha degli obiettivi intermedi con cui misurare i progressi fatti, afferma il rapporto. La Nasa, suggerisce ancora il documento, deve fare un lavoro migliore nel controllare i vari osservatori che scrutano i cieli in cerca di potenziali minacce e lavorare insieme alle altre agenzie statunitensi e internazionali.
Il direttore della missione scientifica della Nasa, l’ex astronauta John Grunsfeld, ha riconosciuto il problema e promesso che verrà risolto. La maggior parte dei corpi celesti in transito vicino alla Terra si disintegrano innocuamente a causa dell’attrito con l’atmosfera, senza creare danni. Tuttavia esistono le eccezioni, come la meteora di 18 metri di diametro che esplose nei cieli russi nel 2013 causando danni considerevoli.
Per quasi dieci anni, afferma il rapporto, la Nasa ha seguito i corpi celesti vicini alla Terra con dimensioni superiori ai 140 metri di diametro; l’obiettivo del progetto era catalogarne il 90% entro il 2020. Dal 1998 l’agenzia spaziale ha però scoperto e previsto le orbite di circa 11mila asteroidi e comete, pari una stima del 10% del totale. La Nasa non pensa quindi di essere in grado di raggiungere gli obiettivi posti per il 2020.
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