Kiev (Ucraina), 10 set. (LaPresse/AP) – A Donetsk un portavoce dei ribelli ha riferito che uno scambio previsto con Kiev di 36 soldati prigionieri da entrambe le parti è stato posticipato a domani, e ha attribuito al governo la responsabilità del ritardo. Oggi intanto il presidente ucraino Petro Poroshenko ha affermato che il progetto di legge che riconosce uno statuto speciale alle regioni di Donetsk e Luhansk, nell’est dell’Ucraina, sarà presentato alla Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, la prossima settimana. Poroshenko lo ha detto durante una riunione del governo, promettendo di concedere maggiore autonomia alle zone in mano ai ribelli filorussi. Poroshenko si è comunque rifiutato di “federalizzare” o “alienare” le due regione dallo Stato ucraino. “L’est del Paese resterà unito all’Ucraina”, ha dichiarato il presidente.
L’accordo di cessate il fuoco, raggiunto in Bielorussia, “prevede il ripristino e la difesa della sovranità ucraina sull’intero territorio del Donbas, inclusa la parte che è temporaneamente sotto il controllo dei ribelli”, ha detto Poroshenko durante l’incontro del governo trasmesso in televisione. “L’Ucraina non ha fatto concessioni riguardo alla sua integrità territoriale”. Il presidente ha aggiunto che dall’accordo a oggi il 70% dei soldati russi in Ucraina è stato ritirato. Poroshenko ha anche affermato che 700 prigionieri di Kiev sono stati liberati dalle mani dei ribelli, e ha espresso la speranza che altri 500 vengano liberati entro la fine della settimana.
Non è chiaro tuttavia quanti di coloro che sono stati liberati fossero soldati e quanti i civili. Il colonnello Andriy Lysenko, portavoce del Consiglio per la Difesa e la Sicurezza nazionale ucraina, ha detto ai giornalisti che solo 20 soldati sono tornati a casa finora. Il presidente Poroshenko ha ammesso che “attuare il cessate il fuoco è davvero difficile” e ha accusato i separatisti di “provocare” i soldati ucraini.
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