Gaza (Striscia di Gaza), 1 set. (LaPresse/AP) – Mentre oggi gli studenti in Israele tornano a scuola, per molti bambini a Gaza l’inizio dell’anno scolastico è un sogno che sembra ancora distante. Le autorità palestinesi hanno infatti deciso di rinviare l’inizio dell’anno scolastico al 14 settembre invece che far partire le lezioni il 23 agosto come previsto. Nell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, almeno 223 scuole gestite dall’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei palestinesi) o da Hamas sono state danneggiate nei bombardamenti. Di queste, 25 sono state rese inagibili. Gli attacchi israeliani hanno inoltre danneggiato o distrutto migliaia di case e durante l’operazione Margine protettivo circa 250mila persone si sono rifugiate in oltre cento scuole dell’Onu. Decine di migliaia di loro vivono ancora nei rifugi.

Secondo l’Onu, la maggior parte degli sfollati dovrebbe essere trasferita ancora oggi in alloggi temporanei, ma Ziad Thabet del ministero dell’Istruzione di Gaza ha spiegato che le scuole dovranno essere ristrutturate prima di poter ospitare nuovamente gli studenti. “Spero che la scuola riaprirà a breve, così potrò completare gli studi, così come i bambini nel mondo e quelli israeliani”, ha detto il 13enne Mohammad Amara. “Ho due figli in età scolastica e uno che dovrebbe andare all’asilo nido. Continuano a chiedermi: ‘Quando potremo andare a scuola?”, ha raccontato Haitham Abu Attah, uno sfollato di Gaza.

Proprio oggi migliaia di bambini nel sud d’Israele, nelle zone vicino a Gaza, sono tornate a scuola. Ad Ashdod i dipendenti della materna Pashosh, colpita da un missile durante il conflitto, hanno rimosso schegge dai muri prima dell’arrivo degli studenti. “Siamo un po’ spaventati ma entusiasti”, ha detto Ronit Bart di Saad, che insegna inglese nella scuola locale. “Molti bambini nella nostra zona – ha aggiunto – hanno davvero bisogno di ritornare a una routine”. Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha visitato la comunità, situata vicino al confine della Striscia. Fino al cessate il fuoco raggiunto la scorsa settimana, migliaia di residenti della zona avevano passato la maggior parte del tempo in case o rifugi, mentre altri hanno lasciato la regione per sfuggire ai razzi sparati da militanti palestinesi. Alcuni abitanti della comunità di Nahal Oz, dove un bambino di 4 anni è stato ucciso da un colpo di mortaio, non hanno ancora deciso se tornare a casa. Sono oltre dieci le famiglie che non sono rientrate, ha fatto sapere il ministero dell’Istruzione israeliano.

Intanto il primo ministro Benjamin Netanyahu ha visitato una scuola a Sderot, incoraggiando i bambini a studiare e assicurando che il governo garantirà loro “istruzione e sicurezza”. Nell’ultimo conflitto a Gaza, iniziato lo scorso 8 luglio, hanno perso la vita più di 2.100 palestinesi, di cui almeno 494 bambini. Secondo le stime dell’Onu e dei funzionari palestinesi, tre quarti delle vittime erano civili. Israele afferma che almeno la metà di loro fossero militanti, ma non ha fornito prove per confermare la sua versione. Dal lato israeliano sono morti invece 66 soldati e sei civili, tra cui un lavoratore thailandese. I militanti palestinesi hanno sparato 4.591 razzi e colpi di mortaio verso Israele, mentre l’esercito dello Stato ebraico ha condotto oltre cinquemila raid aerei e altri attacchi a Gaza.

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